Il Tribunale del Riesame di Napoli ha attenuato la misura cautelativa nei confronti dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Coticelli (Noi Sud). Niente più obbligo di dimora in Campania, la restrizione viene applicata soltanto per i confini del comune di Gragnano. La decisione è giunta a seguito dell’istanza presentata dagli avvocati Michele Riggi e Francesco Carotenuto, i quali avevano invocato l’applicazione della revoca del provvedimento restrittivo. Una vittoria a metà dunque per Coticelli che, se fino a ieri non poteva mettere piede sul territorio della regione campana, da oggi dovrà limitarsi soltanto a stare lontano dalla natìa Gragnano. L’esponente di Noi Sud, già condannato in primo grado a 3 anni 3 mesi di reclusione (pena sospesa) per brogli elettorali, è accusato di peculato. Dal provvedimento firmato lo scorso giugno dal procuratore Raffaele Marino, e notificato all’interessato dai carabinieri di Castellammare, emergono scenari inquietanti: secondo i magistrati infatti, su richiesta di Coticelli, al Comune era stato creato un vero e proprio fondo cassa per “fronteggiare le spese di rappresentanza del presidente del consiglio comunale”. Piu’ di 30mila euro che l’amministrazione Patriarca stanziò per le “rappresentanze istituzionali” e che invece, secondo i magistrati oplontini, sarebbero stati utilizzati da Coticelli per fini privati. Intanto nei giorni scorsi il gip di Torre Annunziata, Claudio Marcopido, ha attenuato l’esilio anche per Liborio Di Nola, ex consigliere comunale del Pdl, indagato per turbativa d’asta nell’ambito dell’appalto relativo al servizio di trasporto scolastico. Resta invece “esiliata” lontano dalla Campania Annarita Patriarca, l’ex sindaco del Pdl sciolto per infiltrazioni camorristiche quattro mesi fa dal Ministro dell’Interno.
Francesco Fusco