E non è finita. I non forniti dell’arte del prestigio, ricorrono al faccia-a-faccia. Impavidi e dal bronzeo viso, si recano alla sede atta alla distribuzione dei famosissimi pacchi-cibo. Ufficialmente da distribuire ai meno abbienti, ufficiosamente nelle case dei gragnanesi, di molti gragnanesi. Come il complemento di arredo più desiderato, indispensabile mai distribuito. “Se tu ne hai uno, io ne due. E se mi dovesse capitare di passare nei pressi di via X, via Y o presso la parrocchia K, conosco Tizio, di certo non mi lascerà andare via a mani vuote”. Ed è così che si crea l’esodo dei pacchi, inanimate scatole accuratamente confezionate e sigillate (onde evitare la presa di singole confezioni dai pacchi, che precauzione!), lasciano uffici, locali comunali, misericordiosi ed ecclesiastici e giungono ancora sigillati nelle case dei gragnanesi, vissute da lavoratori, maggiorenni e soggetti perfettamente in grado di intendere e volere. Ne son passati di pacchi sotto i nostri balconi, al punto da suscitare l’ira ed il disgusto di chi, pur non avendo bisogno del “sussidio alimentare”, ha preteso spiegazioni. In tali situazioni, alla ricerca di un ‘colpevole’ si oscilla dal favoritismo delle ‘istituzioni’, additato ma mai perseguitato, all’indecenza umana, perennemente pronta a danneggiare il prossimo, quasi fosse un ottimo passatempo.
Gragnano colleziona furti di ogni genere, da una poltrona, magari la grossa e rossa, agli appalti… E’ una raccolta alla Panini, e da bravi ed accaniti raccoglitori non poteva mancare il furto del pacco di pasta. Si hanno bravi mentori, ottimi insegnanti dell’arte dell’imbroglio. E’la rivisitazione di Robin Hood. Rubiamo ai poveri e diamo a ricchi o giù di lì.
Anna Di Nola