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Ercolano: messaggi di guerra tra i clan a pochi passi dalla roccaforte dei Papale

Messaggi di guerra tra i clan a Ercolano. A siglare l’ennesimo atto di sfida un’epigrafe dispregiativa trovata su una delle panchine del tanto decantato museo archeologico virtuale (Mav). A pochi passi dalla roccaforte storica dei Papale nel tratto di corso Resina meglio conosciuto come “for  o pont” l’input lanciato contro gli acerrimi nemici del clan Birra è inequivocabile: a sconcertare profondamente la comunità  la scelta di uno dei luoghi più rappresentativi della lotta al  malaffare sul territorio ercolanese come il Mav per lanciare un “guanto di sfida”. Più volte infatti il noto  museo futurista aveva ospitato manifestazioni e iniziative contro la camorra. I tamburi di guerra in paese non sono mai cessati e l’incubo della ripresa delle ostilità tra i gruppi criminali dei Birra –Iacomino e degli Ascione – Papale potrebbe vedere in prima linea impegnati proprio i giovanissimi rampolli di clan decimati da arresti eccellenti e sequestri giudiziari.  A monte di questa eterna faida l’uccisione di uno dei fratelli Papale, Antonio, a pochi passi dalla sua abitazione  in vico Moscardino a Ercolano. Quell’eliminazione eccellente sancì l’ascesa in campo di una delle famiglie più temute e numerose del territorio ercolanese abile a rimanere fino a quel momento neutrale alle numerose lotte intestine scoppiate negli anni tra i Birra e gli Ascione per il controllo degli affari illeciti in città. Oggi quella panchina  “bianca” offuscata  da un messaggio sinistro lanciato ai Birra fa ripiombare Ercolano nel terrore: troppi i morti ammazzati, gli agguati a qualsiasi ora del giorno per  prendere alla leggera l’ennesimo sintomo di un’insofferenza che progressivamente cresce  tra gli eredi di due sodalizi criminali rinomati a livello nazionale per la violenza esercitata nei confronti delle vittime di turno. Droga, contrabbando e racket: queste le principali attività malavitose contese in paese da bande armate e pronte a tutto pur di schiacciare gli onesti contribuenti con la logica del terrore. Tornano alla memoria le auto blindate condotte da noti pregiudicati della zona che fino a qualche tempo addietro scorrazzavano indisturbate per Ercolano, i suoni cupi delle sirene che accorrevano sul luogo di omicidi camorristici compiuti spesso tra il panico dei   passanti  nelle principali arterie cittadine.

Alfonso Maria Liguori

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