Il diritto allo studio diventa bene di lusso, aumento del 126% della tassa regionale!

Con i decreti attuativi della 240 del 2010 (Riforma Gelmini), varati dal governo Monti, si stabilisce una Tassa Regionale per diritto allo Studio suddivisa per fasce di reddito, con un minimo di 140 euro, contro la precedente tassa unica di 62, con un aumento pari al 126%.

Tale provvedimento si aggiunge all’ eliminazione prevista nello “spending review”, del tetto del 20% degli FFO per la determinazione del contributo degli Studenti al bilancio degli Atenei: questi
provvedimenti rappresentano una vera e propria stangata per gli Studenti.

Il Governatore della Regione Campania, Caldoro, ha immediatamente reso operativa la norma, applicandola sin dal prossimo anno accademico 2012-2013, suscitando l’ immediata reazione delle organizzazioni Studenteche. La Confederazione degli Studenti, la più grande organizzazione studentesca Campana e del Sud Italia, risponde a muso duro attraverso i suoi rappresentanti.

Duro è Emanuele Lattanzio, Rappresentante degli Studenti in seno al CdA dell’ Adisu Federico II, “Assisstiamo al saccheggio dell’Università Pubblica. Ancora una volta il Governo e la Regione Campania, nel nostro caso, mettono in seria difficoltà il diritto allo studio. Con il Decreto legislativo n. 68/2012, in contrasto con gli art.3,33 e 34, si cerca di limitare fortemente il diritto e l’accesso all’istruzione. Sicuramente non staremo a guardare, anzi, chiedo a tutti gli studenti campani, alle associazioni e alle rappresentanze tutte di intraprendere una mobilitazione verso atti illegittimi e incostituzionali”.

Queste invece le dichiarazioni del Pres. Nazionale della Confederazione degli Studenti, Marcello Framondi: “Dopo i provvedimenti di queste settimane ci chiediamo se il Diritto allo Studio e alla formazione, sia ancora un diritto costituzionale, oppure siamo di fronte alla privatizzazione dell’ Università Italiana. Tante Regioni stanno per applicare una tassa per il diritto allo Studio, senza che i nuovi Enti Regionali per il Diritto allo Studio siano ancora stati varati. Ci appelliamo al Presidente della Repubblica affinchè ripristini il Diritto allo Studio e ad un futuro per i giovani Studenti di questa povera Italia”.

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