“Pochi ma buoni” si possono definire i partecipanti alla “Fiaccolata per non morire di indifferenza” organizzata a Gragnano martedì scorso. Associazioni, commercianti e cittadini hanno manifestato la propria preoccupazione per «lo smantellamento di tutte le strutture pubbliche cittadine», a partire dalla sede distaccata del Tribunale di Torre Annunziata, passando per la sede centrale delle poste che di pomeriggio resta sempre chiusa, fino ad arrivare all’ospedale Santa Maria di Casa Scola che attende da anni il suo reale “lancio” nella scena sanitaria regionale ma che continua a rimanere una semplice appendice del San Leonardo di Castellammare di Stabia.
Il percorso della fiaccolata ha toccato anche via Pasquale Nastro, dove sono stati deposti due mazzi di fiori in ricordo di Michele Cavaliere, l’imprenditore coraggio ucciso nel 1996 dal boss Nicola Carfora, alias “o’ fuoco”, poiché si rifiutò di pagare il pizzo al clan camorristico dei Lattari. Proprio a Carfora, il neomelodico Rosario Miraggio, ingaggiato per i festeggiamenti della Madonna del Carmine, ha dedicato una canzone dal palco di piazza Aubry lo scorso 24 luglio. E per mettere fine alle tante, giuste, polemiche per l’omaggio del neomelodico all’ergastolano boss gragnanese, il presidente del Comitato organizzatore della Festa del Carmine, Vincenzo Stile, ha deposto uno dei due mazzi di fiore nei pressi della targa intitolata a Cavaliere. Con lui anche gli organizzatori della fiaccolata, Carolina Di Palma e Giuseppe Di Massa del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari “Alfonso Maria Di Nola”.
A quella che, per un tratto, si è trasformata in una marcia anticamorra, hanno partecipato anche i rappresentanti dell’associazione Dimensione Civica e dell’Associazione Disabili Gragnano, nonché alcuni commercianti e tanti comuni cittadini indignati per l’attuale situazione di stallo che sta vivendo la cittadina gragnanese; tra loro, anche alcuni passati (e futuri) aspiranti ad una poltrona politica, i quali hanno ben pensato che una ribalta del genere potesse essere utile anche in vista delle tanto attese elezioni della prossima primavera.
Intanto, tra Comune commissariato, sicurezza della chiusura del tribunale nell’ambito della spending review e rischio di chiusura anche per il tanto atteso ospedale, Gragnano e i gragnanesi stanno vivendo passivamente un vero e proprio smantellamento. Peccato che martedì sera abbiano manifestato solo un centinaio di persone – pochi ma buoni, appunto – e che la presenza di giovani sia stata limitatissima, ma il segnale lanciato dalla fiaccolata è stato forte, mirato, e – sperano gli organizzatori – utile ad una svolta.
Vigili e carabinieri hanno garantito un ordine pubblico fin troppo ordinato, seguendo l’articolato percorso della fiaccolata: dopo la partenza in piazza Amendola (dove si trova l’ormai ex stazione ferroviaria) e la sosta in via Pasquale Nastro, la marcia ha vissuto altre soste in via Vittorio Veneto (al Tribunale e al Comune), per poi chiudersi all’ospedale Santa Maria di Casa Scola, in via Marianna Spagnuolo.
Nei pressi del Tribunale, interessante l’intervento dell’ex presidente degli avvocati di Gragnano, Pasquale Coticelli, che ha commentato: «La riforma va fatta seriamente, i tribunali vanno razionalizzati, ma i tagli delle sedi distaccate non aiutano affattola Giustizia, anzi la rendono ancora più lenta».
Dario Sautto