Subito smentite le voci circolate su uno strappo all’interno del PdL pompeiano. A rifiutare questa lettura del confronto con Michele Genovese, nell’ultimo consiglio comunale, è Giorgio Arpaia, consigliere comunale dello stesso partito di centrodestra. La dialettica tra i due politici pidiellini si è incentrata sul cambio di destinazione d’uso di un fondo confiscato al clan Cesarano, che il comune intende trasformare in polo sportivo. Sulla questione i due esponenti, dopo un vivace dibattito, hanno espresso opinioni e voti divergenti.
Consigliere Arpaia come spiega questo scontro all’interno del PdL? Possiamo parlare di spaccatura o la linea politica è ancora unitaria?
“Non c’è nessuna spaccatura e il PdL pompeiano è fortemente unito. Semplicemente su un punto c’è stata una valutazione differente da parte nostra, ma questo rientra nella normale dialettica politica. La questione era controversa, come dimostrato dal fatto che sul medesimo punto nessun partito ha votato in maniera compatta. Io stesso ho una posizione articolata in merito: sono d’accordo sul cambio di destinazione d’uso ma ne critico il metodo. È importante convertire questo terreno confiscato ai clan, ma sarebbe giusto essere più equi. Ci sono tante associazioni e parrocchie che vorrebbero attrezzare campetti e non possono farlo per i vincoli urbanistici. Essendo poi una materia di competenza anche provinciale il nostro partito potrebbe essere fondamentale nell’appoggiare queste iniziative. Quindi il mio voto sfavorevole è legato a questo principio pur condividendo l’operazione in sé. Pertanto trovo del tutto legittima la posizione di Genovese che ha espresso un voto favorevole”.
Lo stesso Genovese l’ha accusata di siglare documenti a nome del partito senza coinvolgerlo.
“In verità Genovese è un professionista molto impegnato quindi può accadere che sia assente in alcune riunioni di partito in cui discutiamo di questioni riguardanti la città. Anche su questo smentisco che ci siano attriti con Michele Genovese. Piuttosto a Pompei ci sono problemi molto più importanti di questo”.
Ad esempio?
“La questione degli operai ex Aticarta. In consiglio comunale sono stato l’unico a sottoporre l’argomento direttamente al sindaco. Ben diciassette di loro sono stati già licenziati, altri cinque non sono stati mai assunti. La questione è drammatica anche perché il centro commerciale “La Cartiera” è stato creato per dare lavoro a loro. Per questo ho chiesto al sindaco di intervenire e lo stesso primo cittadino ha affermato di impegnarsi per quella che è una nuova emergenza occupazionale”.
Claudia Malafronte