Il comandante Schettino “torna” alla finestra. E’ un fotoreporter stabiese il primo ad averlo immortalato

Il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, dopo mesi e mesi di “buio” mediatico voluto, fatta eccezione per l’apparizione nel programma tv, Quinta Colonna, dove si dice che Schettino, avrebbe percepito soldi per apparire e, aver quasi sfidato, fotoreporter e video operatori che si sono accalcati, in questi mesi, sotto il portone  di ingresso di “Casa Schettino” o, appostati in vicolo San Cristoforo o ancora, fuori alla stradina di collegamento, in via Lamma. Silenziosi, con i teleobiettivi sempre “puntati” sulle tre, ormai, famose finestre con infissi in legno, sperando “nell’apparizione” di Schettino. E proprio da una di quelle finestre, precisamente quella del terzo piano, sabato 30 luglio, quando erano da poco passate le 13 e 30, ha dovuto capitolare, ha dovuto arrendersi, sorpreso all’apertura della finestra, da un fotoreporter in solitaria che era appostato, sotto alle tre finestre. Nell’immediatezza, due foto del capitano alla finestra, della “raffica” di otto, scattate dal fotoreporter stabiese, hanno fatto il giro del mondo, infatti Manzo, si è guadagnato oltre che il primato per aver fotografato Schettino dopo tutti questi mesi ma anche l’attenzione della più importante agenzia di stampa al mondo, la Reuters, che subito ha acquistato i due fotogrammi migliori e li ha immessi nel suo circuito internazionale, ricavandoci un gran successo oltre che all’estero anche su quotidiani e settimanali nazionali. Il free lance stabiese, infine, ci ha gentilmente concesso, in anteprima, la sequenza invenduta, che vi proponiamo: “Ho trovato un comandante Schettino, sereno, abbronzato ma notevolmente invecchiato – ha detto Manzo – Non voglio esprimere nessun giudizio sulla ben nota vicenda che lo vede coinvolto, penso che ci siano persone preposte a farlo, fino in fondo, cercando tutte le responsabilità e non solo quelle del Comandante Schettino.

Erano sei mesi che cercavo di fotografarlo da quando, di rientro da Grosseto (in una fredda notte di gennaio), decise di evitare il contatto con giornalisti, noi fotografi e video operatori, “beffandoci” e entrando da una stradina secondaria. Da quel giorno è stata una sfida, un continuo perseverare e, oggi, fotografato, si è sentito quasi liberato e abbiamo scambiato anche qualche breve impressione sulla vicenda, una mini-intervista se possiamo definirla così, non pagata, ovviamente”.

 

 

 

 

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