“Solo uno spiacevole pregiudizio, anche un po’ razzista (a volte giustificato, ma stavolta certamente no) può portare a dichiarazioni contrarie, come quella del ministro Clini, al disegno di legge sulla riapertura del condono edilizio del 2003 in Campania”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“Purtroppo, che la Campania nei decenni passati sia stata massacrata dall’abusivismo edilizio è un dato di fatto. Così come è inoppugnabile che il nefasto fenomeno sia stato il frutto di una sostanziale connivenza o, quanto meno, della colpevole inerzia e della negligenza di Amministrazioni locali, da quella regionale ai Comuni, che sono passate con grande disinvoltura dalla negazione di un diritto dei cittadini quale una sana e corretta pianificazione del territorio, all’estremismo di un Put folle ed ipocrita che, fortunatamente, sta per crollare grazie alla giunta Caldoro. Un fenomeno nefasto – ha aggiunto Bobbio – nel quale una volta di più si è rispecchiato il perverso fenomeno dello scientifico assoggettamento dei cittadini al bisogno di casa: il territorio veniva lasciato senza controlli efficaci; non si redigevano gli strumenti urbanistici; non si rilasciavano le concessioni edilizie; la gente aveva bisogno di case; troppi hanno violato la legge seppur spesso per necessità e, in questo modo, si sono automaticamente trasformati in servi-clientes di quegli stessi politici locali che, scientificamente, li avevano costretti a tale condizione per poterne poi mantenere in un perverso e distorto meccanismo di intreccio di interessi, il consenso elettorale. Chi, oggi, tanto dal Governo quanto dalla sinistra (gravemente colpevole di questo stato di cose, visto che ha governato la Campania a tutti i livelli negli ultimi vent’anni) si scaglia con furore moralista contro la richiesta di riapertura del condono 2003, mostra o di non conoscere tutto questo, nel caso del Governo, o, nel caso della sinistra, di voler fare del peloso moralismo politico sulla pelle di coloro che ha contribuito a rovinare per bieche ragioni di cassa elettorale”.
“Ormai il disastro è fatto in ragione di tutto ciò che è stato realizzato e, piaccia o non piaccia, al di là dei casi di speculazione e di camorra che vanno colpiti con violenza, come bene sta facendo la magistratura, migliaia di cittadini perbene hanno comunque trovato un tetto per sé e per i loro familiari. All’indomani dell’approvazione della legge sul condono 2003, la sinistra bassoliniana con la propria legge regionale – di cui successivamente e rapidamente la Corte Costituzionale fece strame – negò ai cittadini campani la possibilità di accedere allo stesso strumento di sanatoria, rendendoli di fatto diseguali rispetto agli altri cittadini italiani e dinanzi alla Costituzione, e oggi il Parlamento ha il dovere di sanare questa grave ferita civile – ha continuato il primo cittadino –: io, come noto, sono un sindaco inflessibile sul fronte del contrasto all’illegalità e anche all’abusivismo, ma di fronte a questo specifico argomento mi sento di affermare che, fermi restando i termini relativi alla data di realizzazione degli abusi, come previsti dalla legge del 2003, i termini per la presentazione delle istanze di condono in Campania devono essere riaperti per ripristinare i diritti di uguaglianza violati dei cittadini campani. Lo Stato, la Nazione devono sanare una situazione inaccettabile causata dalla legge regionale bassoliniana, palesemente incostituzionale ma che ebbe modo di godere di un periodo di vigenza, prima dell’intervento della Corte Costituzionale, sufficiente a impedire che migliaia di campani potessero presentare, nei termini fissati dalla legge nazionale, le istanze di condono”.
“Al mio amico Nunzio Fragliasso, uno dei migliori magistrati che abbia mai conosciuto, mi sento solo di dire che in questa vicenda risiede l’unica, vera, profonda diseguaglianza che la storia del condono 2003 ha causato in Campania. Quanto al ministro Clini posso solo aggiungere, e spero che il resoconto giornalistico non sia fedelmente riproduttivo delle sue parole, di informarsi meglio e di fare uno sforzo per uscire dal generalismo di facciata: qui nessuno vuole un nuovo condono, vogliamo soltanto che i cittadini campani tornino a essere uguali agli altri, almeno in questo. E poi, in tempi di revisione della spesa e di tagli agli Enti locali, una maggiore attenzione dello stesso Governo ai flussi di cassa che, attraverso la riapertura dei termini della presentazione delle istanze di condono, sarebbero legittimamente garantiti ai Comuni, ce l’aspettiamo proprio da un governo di tecnici – ha concluso Bobbio – che rinunci alla diabolica tentazione di vestire i panni del moralismo manicheo”.