I ventisette lavoratori del Consorzio Urbania in stato di agitazione. Hanno portato il grido d’allarme all’ingresso di palazzo Baronale a Torre del Greco. Una protesta pacifica, solo i cartelloni che mostravano hanno lasciato intendere il loro stato d’animo: «abbiamo famiglie da sfamare»; «da sei mesi senza stipendio»; «siamo stufi».
Gli operai della società che si occupa della sosta a pagamento nella città del corallo sono da sei mesi senza stipendio né sostegno della cassa integrazione. L’incubo dei lavoratori del Consorzio Urbania è iniziato quando la loro attività è stata sospesa a causa di una interdittiva antimafia. Il prefetto di Napoli, Andrea Di Martino, firmò nello scorso mese di febbraio l’interdittiva antimafia a carico della società ercolanese per una serie di sospette infiltrazioni del clan Falanga, potente gruppo camorristico dell’area torrese.
Da quel momento è iniziato il travaglio: è scattata la cassa integrazione e contemporaneamente il ricorso al Tar della Campania da parte degli amministratori della società che si sono sempre dichiarati estranei ai fatti contestati. In tutte e due le situazioni la vicenda dei lavoratori dell’Urbania è ferma al palo.
Da una parte i fondi per il sostegno della cassa integrazione in deroga, concessa dallo scorso mese di marzo fino a settembre, sono bloccati in Regione; dall’altra la richiesta di sospensione dell’interdizione antimafia è stata rigettata e l’udienza del Tar che deve pronunciarsi sulla vicenda si terrà dopo l’estate. E così i controllori delle strisce blu di Torre del Greco, che da 15 anni operano sul territorio, si ritrovano da sei mesi senza stipendio e con le famiglie a carico. Durante il loro sit-in a palazzo Baronale è arrivata una piccola consolazione per loro: dal consiglio comunale è stato annunciato lo sblocco di 55mila euro, un acconto della cig.
Francesca Contursi