Se il precedente portasse alla regola, Gragnano sarebbe un paese finito. Non che ce la si passi proprio bene, tra i monti Lattari. E purtroppo visitando i paesi limitrofi, la situazione non è molto diversa dalla realtà gragnanese. Cosa può esserci di più orrido di trovarsi di fronte ad un gruppetto di vigili urbani presi solo dal chiacchiericcio comune, mentre i loro paraggi sono affollati da auto in tripla fila, in sosta presso zone non adibite manco alla semplice fermata? Ogni giorno si assiste alla violazione di qualsiasi codice, da quello stradale a quello etico, e causa e colpa andrebbero imputate, sì, agli autisti, magari felici di prendersi gioco delle istituzioni e di quella massa di regolette date per garantire la ‘pacifica convivenza’. La sanzione entra in gioco quando c’è l’infrazione. Ma cosa succede se le infrazioni abbondano ma restano impunite? E se il personale chiamato a garantire il rispetto delle norme stradali in questo caso, o quantomeno a punire il ‘pilota scorretto’, decidesse di lasciarsi pagare un cospicuo stipendio solo per costeggiare le attività negoziali del centro di Gragnano? I cittadini notano non solo che ampie zone del paese sfuggono completamente a qualsiasi tipo di controllo degli uomini in camicia azzurra e berretto bianco al punto che diventa difficoltoso anche un’uscita dal parcheggio, ma in più le zone centrali del paese (la foto è stata scattata in via Pasquale Nastro, prolungamento della centralissima via Roma), nonostante il numero di vigili, si rendono luogo di contravvenzioni a tutta forza. Se nelle settimane precedenti il corpo dei vigili locali è stato anche denunciato per preferenze nella scelta dei soggetti da multare, allora dovrebbe stupirci poco se tra la scelta dei soggetti a cui infliggere l’ammenda e l’inerzia in toto, sia passato solo qualche giorno. Probabilmente, per fare i gradassi padroni della strada e parcheggiare in tripla fila senza inciampare in sanzioni, non ci resta che mostrarci amici dei summenzionati signori. Chi invece volesse scegliere di essere civile, deve necessariamente fare i conti, ogni giorno, con la ‘incivilità, silenziosa dei propri concittadini, stipendiati all’amministrazione e non.
Anna Di Nola