La Remar Onlus. La poca chiarezza sulla vicenda della scomparsa di Vincenzo Montella, ha spinto i familiari a denunciare il fatto ai Carabinieri e avviare una campagna di ricerca mediante volantinaggio. Le notizie diffuse dalla “Remar” non hanno per nulla convinto i parenti di Montella. Sulla base delle dichiarazioni dei
parenti di “Lelè”, abbiamo contattato il direttore della sede casertana della “Remar”,
il pastore Soria Lopez Rosendo:
Direttore, Montella è sparito da quasi due settimane. E’ stato nella vostra sede per due giorni e ha compilato la modulistica con i dati anagrafici. Poi si è allontanato e non è più tornato. Come vi siete attivati per far luce sulla sua scomparsa?
“Lo scorso lunedì abbiamo denunciato il fatto ai Carabinieri della locale stazione e abbiamo consegnato i documenti e i bagagli che Montella aveva lasciato nella nostra sede. Vede, la nostra è una casa di accoglienza, e coloro che si recano nella nostra sede hanno la massima libertà. Non diventano nostri inquilini, restano finché vogliono ma non hanno vincoli. Montella è stato con noi solo due giorni, poi si è allontanato. Sa
nella nostra casa vengono numerose persone ogni giorno, non è facile ricordarsi
di tutti”
I parenti di Montella hanno riscontrato alcune contraddizioni nelle sue dichiarazioni. Come mai?
“Come le dicevo, nella nostra casa vengono numerose persone ogni giorno. In un primo momento comunicai che Montella non era mai stato nella nostra casa. Poco dopo, la mia segretaria mi ha illuminato e ho ricordato chi fosse. Mi spiace se sono stato poco chiaro, ma la cosa è molto semplice: Montella si è allontanato dopo due giorni il suo arrivo”
E’ vero che il giorno prima della fuga Montella ha avuto una crisi?
“Si, ma niente di allarmante. E’ normale che un ragazzo abituato ad un certo stile di vita, con una forte dipendenza dall’alcol, si sia trovato in difficoltà a non avere quello che di solito aveva. E’ un ragazzo sbandato, come la maggior parte di coloro che
vengono nella nostra casa. La nostra è una Onlus, senza scopo di lucro, accogliamo persone con problematiche”. Una vicenda che si tinge di giallo e che getta nello sconforto l’intero centro storico porticese.
Andrea Scala