Rosanna Lovino respinta dalle Università italiane: colpa della sua disabilità. Costerebbe troppo

Ragazza disabile rifiutata dalle Università italiane perché costerebbe troppo.

Si tratta di Rosanna Lovino, 19 anni, 20 chili, 90 centimetri di altezza, cacciata via da svariati atenei, quasi tutti del Nord.

“Siamo spiacenti, ma non possiamo accettare la sua istanza” è la risposta delle università italiane alla ragazza che si è diplomata al liceo classico con 110 e lode ed ha una pagella costellata di 9 e 10.

La colpa non è certo da attribuire a un comportamento della giovane, o a sue inadempienze ai doveri, ma  la sua disabilità che le ha precluso la possibilità di realizzare il suo sogno di diventare psicologa.

Gli unici atenei italiani che hanno accettato la “diversità” di Rosanna sono stati quelli di Urbino e di Napoli, l’Università Federico II: “Il Rettore Massimo Marrelli- racconta il Presidente della Confederazione degli Studenti Marcello Framondi-, allertato dalle rappresentanze studentesche, ha contattato Rosanna Lovino. Il nostro ateneo è in grado di accoglierla ed il professore Paolo Valerio, responsabile della Commissione d’ateneo per l’inclusione degli studenti con problemi di disabilità è pronto ad impegnarsi per istallare macchinari utili alla formazione a distanza della ragazza. Il nostro unico problema è che l’ateneo federiciano è dotato solo di corso di laurea e non della facoltà di psicologia a cui la ragazza vuole iscriversi. Se a Rosanna andrà bene crediamo di poter venire incontro alla sua legittima richiesta”. In questo caso allora, a differenza delle altre università, la scelta è di Rosanna, come di ogni altro studente.

Il Rettore Martelli ha immediatamente attivato il centro Servizi per l’Inclusione Attiva e Partecipata degli Studenti della Federico II, affinché vengano poste in essere tutte le condizioni necessarie perché la ragazza barese possa essere una studentessa del primo ateneo napoletano.

“Questi sono i risultati fallimentari- commenta Framondi- di un sistema universitario che prevede un aumento del 126% della tassa regionale del diritto allo studio e che poi non riesce a garantirlo, sia in casi particolari come questo, sia nell’erogazione se non a singhiozzo delle borse di studio e degli alloggi studenteschi”.

“Ringraziamo il Rettore della Federico II, Massimo Marrelli e il centro SINAPSI dello stesso Ateneo per essersi immediatamente attivati. Inoltre- commentano i Verdi-, invitiamo il ministro Profumo a riflettere come tagli scellerati e sprechi, creino situazioni di questo tipo: è paradossale come nessun ateneo italiano, dal primo all’ultimo, abbia risposto alla legittima richiesta della studentessa barese. Le domande bocciate sono state fatte quasi tutte da atenei del Centro-Nord che avranno anche una grande professionalità nell’insegnamento come scrivono le statistiche, ma vanno totalmente bocciati in umanità”.

Giovanna Sorrentino

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