“Di un rimpasto nella giunta regionale della Campania si parla da mesi. A fine luglio tutto è pronto. Almeno sembra. Poi l’annuncio dell’ingresso di nuovi assessori rimane sospeso tra due poli, quello di chi propone il criterio della rilevanza territoriale e l’altro che invoca la rappresentanza. E così, si assiste all’ennesimo arresto di un meccanismo che non trova l’ingranaggio per iniziare ad operare. In Giunta devono esserci non solo tecnici ma politici che hanno raccolto preferenze dedicando tempo e passione civile ai territori, mantenendo il contatto con la gente”.
Flora Beneduce, del coordinamento provinciale del Popolo della Libertà, è delusa e preoccupata per il destino di un partito che sopravvive tra proclami e impegni disattesi, che non ha il coraggio di scegliere e che sembra votato alla dissoluzione preso com’e a litigare su tutto.
“Il criterio anatomico per eliminare i doppi incarichi, indicato dal segretario nazionale del partito Angelino Alfano e ribadito nelle due convention a Napoli, è stato accantonato in nome di un equilibrio che sembra non poter essere ristabilito e reinventato. Si sprecano dichiarazioni sull’opportunità di rimandare il rimpasto a settembre perché la condivisione sia totale. Intanto la stasi e l’immobilismo, le attese sollecitate e subito spente, le partenze in retro marcia invischiano l’intera macchina regionale. Il presidente della regione Stefano Caldoro era deciso a rendere la giunta più politica, aveva compreso che un governo regionale non può essere fatto solo di professori, non si capisce poi anche questa volta misteriose difficoltà l’hanno impedito. Mi chiedo – continua Flora Beneduce -, chi è che rema contro e soprattutto chi è che invece di aiutare a risolvere i problemi fa di tutto per crearli. Il Pdl in Campania ha necessità assoluta di allargare la sua base elettorale. L’elezione di De Magistris docet. I professori sono certo rispettabilissimi e anche utili, ma il Pdl oggi ha necessità di chiamare a raccolta i politici che sanno avere contatti con i bisogni del popolo di cui rappresentano punti di riferimento sul territorio. Non risulta, ad esempio -continua la Beneduce – che siano fin qui chiamati a raccolta o contattati quei politici che alle ultime regionali hanno raccolto decine di migliaia di voti. E voglio ricordare a qualche smemorato che, alle politiche del 2006, per soli 20mila voti il partito perse la maggioranza in Senato. Guarda caso quei 20mila voti si persero proprio in Campania dove non scattò il premio di maggioranza. Perché il presidente della regione Campania non lascia spazio a donne che abbiamo contatto con il territorio, che non abbiano il volto delle ventenni da prima pagina, che nella professione come nella vita abbiano dei valori?”
Secondo Flora Beneduce, che ha denunciato già tempo fa certi malcostumi del partito e che ha rivendicato la dignità delle donne e delle professioniste in politica, pone al centro del dibattito politico un altro tema fondamentale: l’ottemperanza alla sentenza della Corte costituzionale che vuole la quota rosa in giunta.
“La Consulta è già più volte intervenuta a garanzia della parità di genere. Un problema che le assemblee elettive e la classe politica sembrano non voler risolvere. Al gentil sesso, infatti, non vengono offerte prospettive di crescita e l’unico assessorato che sembra essere destinato alle donne è quello delle Pari opportunità”.
Per quanto riguarda, infine, il commissario regionale Pdl, la Beneduce è caustica: “Mi aspettavo che un decisionista carismatico come lui potesse dare direttive precise. Ma evidentemente, o il sole e il mare del nostro amato capoluogo lo hanno distratto, o ha dovuto fare i conti con un sistema politico in cui i giochi di Palazzo valgono più delle preferenze espresse dagli elettori. E, inevitabilmente, si assiste ad una progressiva disaffezione dei cittadini dalla politica e dal Pdl. Il partito sta perdendo la sua vocazione: la vicinanza alle persone, con il loro apporto di idee, progetti, problemi da risolvere e istanze da rispettare. Senza gli uomini e soprattutto senza le donne, il nostro partito è un contenitore vuoto, che promesse e lusinghe non bastano a riempire”.