Acerra, chi gestisce gli impianti e guadagna milioni di euro dovrebbe essere messo sotto inchiesta

Sembra incredibile ma a distanza di 5 masi dal precedente incendio devastante di ecoballe all’ impianto di Acerra si ripete lo stesso scenario e vanno in fumo altre 3mila balle di rifiuti tritovagliati che dovevano essere trasferiti all’adiacente termovalorizzatore.

«Noi ci domandiamo – denunciano il commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli ed il Prof. Antonio Marfella dei Medici per l’ Ambiente – a chi sia affidato il controllo dell’ area, chi siano i responsabili, cosa stia facendo l’ esercito e se è ancora presente sul territorio. In 5 mesi abbiamo assistito a due incendi devastanti che hanno distrutto e stanno incenerendo molte migliaia di balle che invece di essere smaltite dentro l’ inceneritore bruciano senza controllo nelle piazzole antistanti allo stesso causando enorme inquinamento ed emissione di fumi tossici. Una vicenda su cui insistiamo nel chiedere una inchiesta della Procura perchè non è possibile che i vertici della società che gestisce l’impianto di Acerra che ogni settimana guadagna milioni di euro per questa attività, la Regione e la Provincia non si assumano le proprie responsabilità dinnanzi alla legge per questo ennesimo disastro ambientale che doveva essere evitato».

L’ inferno di fumi tossici prodotti dalle ecoballe di Acerra in fiamme in queste ore contiene oltre alla diossina una quantità impressionante di idrocarburi policiclici aromatici particolarmente cancerogeni che sono tra le maggiori cause di tumori delle vie aeree. Siamo di fronte ad un nuovo e drammatico disastro ambientale a distanza di soli cinque mesi dal precedente in un’ area che dovrebbe essere militarizzata e quindi dovrebbe essere ultra protetta e controllata di cui cui l’ intera popolazione regionale pagherà per anni le conseguenza. Questo mega incendio infatti sta avvelenando non solo i territori limitrofi all’ inceneritore ma anche il casertano e buona parte della provincia napoletana.

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