Giunti ormai al termine della stagione estiva si tracciano le coordinate infelici di un’estate che ha profondamente deluso le aspettative degli imprenditori locali. «Questo è il risultato – ha commentato l’esponente del Pdl Aniello De Rosa – di politiche sbagliate messe in campo per decenni da chi ha governato Ercolano quanto meno con estrema superficialità. Infrastrutture inesistenti, servizi pessimi e scarsa coordinazione interna: questi i biglietti da visita offerti ai visitatori che scelgono Ercolano quale meta per il proprio tour archeologico in Campania. Per non parlare dello stato di degrado assoluto in cui versa l’approdo borbonico di Villa Favorita. Eppure paradossalmente tutto tace: sembra quasi che qualche amministratore locale lodando l’efficienza ercolanese parli di realtà geografica completamente diversa da quella in cui opera ».
«Il difficile periodo attraversato dall’Europa – ha continuato il capo gruppo del Pd Luigi Fiengo – impone il massimo rigore nell’ottimizzare risorse pubbliche e servizi offerti a chi apporta benessere economico in paese. Non possiamo assistere passivamente all’implosione di una comunità che paga a caro prezzo anni di polemiche sterili, di inutili e deleteri scontri balconistici destinati a gettare solo ilarità e fango sull’immagine comunitaria. Occorre creare concrete sinergie tra le istituzioni e le classi imprenditoriali del settore turistico al fine di rilanciare la credibilità locale e ricollocare di diritto Ercolano nel jet set del palinsesto turistico mondiale. Il tutto per creare occupazione e limitare il triste ma continuo peregrinare dei nostri giovani verso località del nord Italia in cerca di quel minimo di tranquillità economica che gli amati luoghi natii gli hanno da sempre negato».
Altra estate “flop” dunque per Ercolano: ci si chiede quanto di questo passo possano resistere le imprese del settore e come mai chi governa la città non prenda ancora realmente atto di un’emergenza che rischia ormai di cronicizzarsi. Si sa Ercolano è il paese dell’eterne contraddizioni: ma francamente non entusiasma l’idea che a pagarne poi le spese siano sempre e solo gli onesti contribuenti.
Alfonso Maria Liguori