Ad Agerola Giancarlo Giannini ricorda Morricone e Di Giacomo
Federico Orsini
La rassegna “Sui sentieri degli Dei”, Festival dell’Alta Costiera Amalfitana, in corso di svolgimento ad Agerola, tende ad approfondire l’opera di due grandi artisti, l’uno dei nostri tempi, l’altro dell’ ‘800: il musicista Ennio Morricone, autore di splendide colonne sonore per il cinema, nonché Salvatore Di Giacomo, uno dei grandi poeti partenopei, creatore di tanti capolavori della canzone napoletana, il quale deve la sua ispirazione anche alla città sita sui Monti Lattari. Al Parco Colonia Montana di San Lazzaro, il 25 agosto, a far rivivere le musiche di Morricone, sarà un grande attore del nostro cinema, Giancarlo Giannini, che, con “I solisti di Morricone”, propone una rilettura del cinema musicato dal Maestro. E’ un racconto scenico fatto di flash back della melodia per films di Morriconi, come “Per un Pugno di Dollari”, “C’era una volta il West”, “C’era una volta in America”, “Nuovo cinema Paradiso” e tanti altri. Insomma è una formula magica rivolta allo stimolo della memoria. Giannini, attore che ha interpretato tanti personaggi cinematografici (dall’operaio proletario al boss mafioso, dai personaggi della commedia all’italiana a quelli drammatici), vuole stimolare la memoria dello spettatore, oggi che c’è spazio solo per l’oblio. Il 26 agosto, a Punta Miramare di San Lazzaro, Omaggio a Salvatore Di Giacomo (poeta, paroliere, autore drammatico e giornalista) con la piece “Luna d’Agerola… Era de Maggio. A Marechiaro” a cura di Raffaele Esposito, con cantanti ed attori ospiti della rassegna e l’Orchestra del Festival “Sui sentieri degli Dei”, diretta dal M° Mariano Bellopede. Il racconto scenico, in una specie di sogno, narra di uno scoop che capita ad un giornalista di oggi, il quale ha la ”fortuna” di intervistare il grande poeta Salvatore Di Giacomo (forse liberato per un po’ dalla paradisiaca e benevola detenzione di S. Pietro), il quale gli concede un colloquio, che non potrà mai essere pubblicato. E’ un cenno poetico, dedicato ad uno dei nostri geni del passato che, nelle serate trascorse ad Agerola, compose una lirica in cui riesce, come un vero pittore espressionista, a regalarci pennellate di sogno.