Già nota per il suo interessamento in passato alle piene di via Scafati in occasione delle piogge oggi si schiera accanto ai cittadini di cui questi giorni sta raccogliendo diverse istanze per fare chiarezza sul problema.
“I residenti nella zona interessata dal disagio lamentano di non potere stare più in giardino, all’aperto semplicemente tenere le finestre aperte, non ne parliamo quando il vento spira forte accentuando il fastidio”.
Martedì scorso si è recata presso gli uffici tecnici del comune di Sant’Antonio Abate e di Scafati per verificare lo stato di licenze e documentazioni varie, e sensibilizzando l’amministrazione in carica di Sant’Antonio Abate ad addivenire al più presto alla soluzione del problema.
La dipietrista Donadio rassicura i cittadini di volersi schierare a difesa della salute pubblica precisando: “a scanso di polemiche con l’amministrazione locale che non esistono posizioni politiche ma l’unico obiettivo di difendere l’interesse più grande esistente al mondo: la salute”. Quali sono però le considerazioni a cui è giunta l’ex assessore nel girare uffici e procurarsi dati? Per il momento vuole mantenere il più stretto riserbo in attesa che chi deve muoversi si adoperi. Ma una proposta la lancia: “Si convochi al più presto un tavolo di lavoro e di coordinamento per affrontare questa piaga – dice la Donadio- cosa ne sarà allora del territorio quando saranno allacciati gli altri collettori? Se la depurazione non entra a regime sarà disastro ambientale. Occorre subito far sedere allo stesso tavolo il sindaco di sant’Antonio Abate Varone, il sindaco di Scafati Aliberti ed il commissario per il risanamento del fiume Sarno ed accertarsi che nei condotti depurativi entrino le sole acque reflue cittadine”.
Il riferimento è al depuratore, costato alle casse dello Stato 85 milioni di euro ed entrato già in funzione con buoni risultati. Raccoglie per ora il solo collettore C in cui dovrebbero convogliarsi (è una speranza) esclusivamente le acque reflue urbane di sant’Antonio Abate (e quindi non industriali). Nel giro di qualche anno dovrebbero essere accolte poi non solo le acque sporche locali ma anche quelle di un milione circa di abitanti. D’inverno le acque depurate sono limpide e nelle vasche vi sono pure i pesci.