S. Agnello, salvo a metà l’eucalipto monumentale

L’eucalipto monumentale di Sant’Agnallo, ridente cittadina della Penisola Sorrentina, è salvo. Il tempestivo e deciso intervento dei volontari del locale WWF ha scongiurato il peggio, peccato però che l’albero centenario sia stato capitozzato e ridotto in un’enorme pertica con soli tre rametti residui.

“Se fosse stato eliminato e, magari, ripiantato – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – avremmo dovuto aspettare l’anno 2122 per vederlo cresciuto di dimensioni come quello attuale. È doveroso ringraziare il Sindaco di S.Agnello Gian Michele Orlando per l’interessamento alla vicenda. Un gesto “in extremis” di un sindaco “in extremis” a cui era stato chiesto dal WWF di salvare dalle motoseghe uno degli ultimi patriarchi arborei di S. Agnello proprio nel momento in cui il primo cittadino cessava di ricoprire il suo ruolo. Il grosso eucalipto è stato violentemente capitozzato, la chioma eliminata e la sua altezza (originariamente di oltre 18 metri) notevolmente ridotta ma, per ora, è ancora in piedi e potremo dire…salvo a metà. Ci auguriamo che l’albero, che nell’ultimo secolo ha dimostrato un’enorme vitalità, riesca ora a riprendersi, ma riteniamo che la capitozzatura, così come effettuata, oltre ad essere decisamente antiestetica rischia di creare per il futuro gravi danni alla pianta. Dalle enormi ferite di taglio, che faticheranno a chiudersi (lasciate inoltre esposte e senza preoccuparsi di disinfettarle con appositi mastici), potranno ora subentrare gravi infezioni fungine e patogeni.”

A condannare gli alberi monumentali della Penisola Sorrentina ci sarebbero alcune sospette perizie agronomiche. Nel caso specifico – accusano i volontari del WWF – alla base della richiesta di eliminazione dell’albero c’è la perizia dell’agronomo dott. Mauro Costantino che, partendo dall’osservazione di funghi a “mensola” alla base del tronco, ipotizza (senza effettuare alcun analisi di laboratorio) la presenza di una “carie bianca” in grado di degradare le fibre del legno compromettendo la stabilità della pianta con conseguente rischio di schianto.
“Purtroppo – aggiunge il WWF – si è creato un meccanismo assolutamente perverso: l’agronomo su commissione accerta che l’albero cadrà distruggendo cose e persone e l’ordinanza ad horas di abbattimento è fatta…alla faccia dei vincoli paesistici. Ci preme sottolineare come diversi alberi, considerati “scomodi” dai proprietari o dai confinanti, frettolosamente giudicati da tecnici di parte “pronti a cadere” e salvati grazie alle controperizie prodotte dal WWF, sono a tutt’oggi ancora in piedi. Altri invece sono morti…ma quest’ultimi, stranamente, solo dopo aver subito siringhe di sostanze chimiche, clamorose decorticazioni alla base del tronco, scavi con taglio ed asportazione di radici, potature sconsiderate e quant’altro. Insomma accade spesso che gli alberi, che non si è riusciti a fare a pezzi da vivi, muoiano successivamente a seguito di criminosi e reiterati sabotaggi operati dall’uomo. Il Pioppo del Capo di Sorrento, il Pino di S.Vito a S.Agnello, i Pini di via del Mare a Sorrento, sono solo alcuni esempi di reati rimasti impuniti.

Gli alberi, soprattutto quelli secolari, fanno parte del paesaggio e sono patrimonio della collettività e, proprio per questo, tutelati dal vincolo paesistico che vige nel nostro territorio ai sensi dell’art. 146 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 22/01/04 n.42 )
Ma pare che tagliare grossi alberi nella Terra degli aranci sia ormai divenuto un affare. Piantare un albero può costare dai 4 ai 400 euro, mentre tagliarlo e farlo a pezzi, tra perizie, gru, operai, messa in sicurezza, trasporto legna, ecc…si può arrivare a 7000 euro.

A breve, solo nel comune di Sorrento, stando alle conclusioni di numerose perizie commissionate dal comune a tecnici ed agronomi (il più delle volte sempre gli stessi) si vorrebbe operare una “falcidia” di alberi senza precedenti. Tra le vittime più illustri in lista d’attesa, assieme a Jacarande, Tigli e Ficus, ci sono gli stupendi Pini Domestici che incorniciano ed ombreggiano la via S.Renato che conduce al Cimitero di Sorrento. I motivi della loro fine potrebbero essere legati al fatto che “hanno alzato i marciapiedi”. Mentre il Pino di S. Lucia andrà giù perchè un passante si è accorto che è…“storto”, da circa mezzo secolo verrebbe da aggiungere. Infine quello più famoso della Villa Comunale ha la colpa di aver “grattato” con un ramo un cornicione del palazzo limitrofo e nonostante, tra perizie e controperizie, si sia alla fine accertato che l’albero è in buona salute e non costituisce pericolo, il parco pubblico resta misteriosamente ancora per metà interdetto alla cittadinanza.

“I devastanti incendi boschivi di questi mesi – concludono i volontari del WWF – hanno ridotto in cenere centinaia di ettari di vegetazione e con essa migliaia di alberi sulle nostre montagne…mettersi ora a tagliare i residui alberi sopravvissuti in città, oltre che  ingiustificato, è assolutamente insensato e pericoloso”

Ferdinando Fontanella

Eucalipto prima e dopo…le immagini (foto WWF)

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano