Da ormai 8 anni, per sopperire a tale mancanza, il Liceo è stato così costretto a chiedere in prestito un totale di 10 aule ai vicini istituti I.T.C. Rocco Scotellaro ed I.T.I. Enrico Medi, in cui gli studenti sono stati relegati in aule dalle precarie condizioni, la cui agibilità era alla mercé delle condizioni atmosferiche in cui non sono mancati episodi di allagamenti o che hanno attentato l’integrità fisica dei ragazzi stessi, senza escludere il disagio dei docenti costretti a spostarsi da un istituto all’altro per poter tenere le lezioni nelle classi assegnate. Inoltre, nel biennio 2010-2012, i liceali sono stati letteralmente sfrattati prima dalle aule dell’I.T.C., per la necessità di sfruttare le stesse aule prima prestate al Liceo a causa della registrazione di un aumento delle classi prime; poi adesso la nuova notizia sconcertante che ha spiazzato l’amministrazione del Liceo: per il medesimo motivo le aule dell’I.T.I. non saranno più messe a disposizione per gli studenti del Carlo Urbani e per questo, la dott.ssa Mariarosaria De Luca, Preside dell’isitituto, sarà ora costretta a prendere forti ma necessari provvedimenti, come la gestione particolare degli orari d’entrata ed uscita “ad classem” e l’introduzione della “settima ora” che costringerà gli studenti a lasciare le aule anche alle ore 15,00.
Insomma, la struttura di via Buongiovanni non soltanto è insufficiente ad ospitare tutti gli iscritti, ma neanche è in grado di garantire il diritto allo studio degli studenti con regolari lezioni mattutine. Ma fin tanto che il problema non verrà risolto, l’istituto sarà costretto – a partire direttamente dall’anno prossimo – ad imporre il numero chiuso: elemento attualmente tanto discusso per i ragazzi impegnati nei test universitari, nonché essenza della negazione del diritto allo studio.
Ma la storia del Carlo Urbani non è un caso isolato e lontano dalla realtà scolastica campana perché sono numerosissime le scuole abbandonate dagli enti comunali e provinciali adibiti alla salvaguardia del decantato diritto allo studio che ormai non è altro che retorica.
Perché al Liceo Scientifico di San Giorgio a Cremano non sono bastate le anestetiche promesse dell’ex assessore all’edilizia scolastica Marco Di Stefano, trascinatesi per due anni, per placare la crescente rabbia degli studenti. Non è bastato promettere senza concretizzare – a causa di una respinta della soprintendenza – la ristrutturazione del Padiglione abbandonato dell’I.T.I. Medi in cui gli studenti del Liceo avrebbero avuto a loro completa disposizione altre 12 aule, ponendo un punto definitivo alla questione.
Ci si augura che il nuovo assessore all’Edilizia Scolastica della Provincia di Napoli Maurizio Moschetti possa incontrare nuovamente gli studenti, cercando soluzioni concrete ad un problema così consistente ma al contempo trascinato nel dimenticatoio.
Ma quel che conta è che la rappresentanza studentesca non prescinda da un dialogo diretto con la politica, affinché questa possa prendere ogni misura risolutiva necessaria. Non è possibile parlare nelle assemblee di scuola ideale, se poi in fondo, mancano i mattoni delle stesse scuole dei ragazzi. Per questo motivo, un importante appello è dovuto alla Consulta Provinciale degli studenti della Provincia di Napoli, perché possa coordinarsi in maniera determinata per un lavoro di interesse comune, perché la vita ci insegna che toccato il fondo puoi anche rimanerci e la solidarietà verso chi soffre dello stesso male diventa un valore necessario per tentare di risalire.
Giuliano Costa