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Guerra di camorra a Scampia: in gioco c’è la più grande piazza di spaccio d’Europa

Quella che in queste settimane si sta consumando a Napoli, nel quartiere Scampia, è una vera e propria guerra di camorra, come spesso le vediamo nei film.
Stavolta la posta in gioco è alta: per i clan infatti si tratta di ridisegnare la mappa del controllo della più grande piazza di spaccio di stupefacenti di tutta Europa. Tre morti in poco meno di un mese, oltre ad altri episodi di rappresaglie camorristiche. Tutto è iniziato verso ferragosto su una spiaggia di Terracina, quando alcuni sicari hanno ucciso davanti a una folla di bagnanti Gaetano Marino, 48 anni, considerato il boss degli scissionisti di Scampia e soprannominato “’o’ moncherino” per la mancanza di un arto.
Al centro di questo riequilibrio di forze e alleanze, ci sono gli “girati”, ovvero il ramo più giovane degli scissionisti che ha deciso di far sentire la loro voce, cambiando alleanze e quindi assumendo molto più peso nella bilancia delle famiglie malavitose. Marino, elemento di spicco degli “scissionisti” e fratello del boss Gennaro, era sospettato di essersi avvicinato al gruppo di via Vanella Grassi, cioè appunto a quello degli “girati”,  ma dietro l’agguato ci potrebbe essere anche la decisione dei vecchi clan, quelli usciti vincitori dalla faida con i Di Lauro, di risponderere alle velleità dei “Girati. Le dinamiche interne sono ancora al vaglio delle forze di polizia, e quindi ancora da accertare completamente.
La risposta del “ramo storico” dei Di Lauro non si è fatta attendere: il 28 agosto tre sicari hanno ucciso un uomo di 37 anni, Gennaro Ricci. La vittima è considerata vicino alla fazione della ‘Vannella Grassi’, i presunti mandanti dell’omicidio di Gaetano Marino a Terracina.
Questa volta la dinamica è ancora più tremenda: la via principale di Scampia, in pieno giorno, si trasforma in un teatro di sangue. Altre due le persone ferite che si salveranno in ospedale.
Pochi giorni fa il nuovo gruppo della Vannella Grassi torna a farsi sentire: di notte due sicari uccidono Raffaele Abete in via Roma verso Scampia, con tre colpi esplosi a distanza ravvicinata. Raffaele era il   fratello di Arcangelo Abete, divenuto uno dei capi degli “scissionisti” che nel 2004 lasciarono il clan Di Lauro.
Ormai la guerra è aperta e la probabilità che si verifichino altri episodi di sangue e morte, è molto alta: i cittadini di Secondigliano e Scampia chiedono aiuto, non si sentono sicuri e le mamme non vogliono mandare i loro figli a scuola, per paura di vederli coinvolti in nuovi attentati camorristici . Il sindaco de Magistris ha recentemente rivolto un appello al governo centrale, affermando la necessità di maggior controllo e sicurezza: “Chiediamo al governo che ci aiuti con le risorse di polizia, gli uomini che abbiamo sono insufficienti per un controllo capillare e continuo”. Pochi giorni fa sono stati sequestrati 32 chili di cocaina pura, proveniente dalla Spagna: sono stati ritrovati su un camion che trasportava cartone. Sempre in questi giorni la polizia ha sequestrato due kalashnikov all’interno di un garage a Secondigliano: non si contano più  i blitz delle forze dell’ordine nella zona delle vele. Sono in molti ora a chiedere un presidio fisso di polizia e carabienieri e magari anche dell’esercito, come ha affermato Angelo Pisani, presidente della municipalità di Scampia.
Mario De Angelis
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