Scarichi abusivi: è piena emergenza Sarno a Pompei e Sant’Antonio Abate

Miasmi e discariche al fiume Sarno, comitati, associazioni chiedono l’intervento dei Comuni interessati per bloccare le continue discariche abusive che avvengono nel fiume più inquinato d’Italia. Ad intervenire per segnalare i continui illeciti ambientali sono comitati e associazioni presenti sul territorio dopo le numerose segnalazioni raccolte dai cittadini ormai stremati ed esausti dai cattivi odori e miasmi emanati in questo periodo estivo a causa delle lavorazioni agroindustriali poste lungo le sponde del fiume. Secondo alcuni indagini l’alto allarme sociale connesso a questo inquinamento deriva dal fatto che il fiume, lungo24 chilometri, insieme ai torrenti connessi Solofrana e Cavaiola, attraversa tre province campane e trentanove comuni e coinvolge una popolazione che oscilla tra i settecentocinquantamila ed il milione di abitanti. Il gravissimo stato di degrado ambientale infatti, oltre a rendere necessari massicci interventi di riqualificazione, soffoca le ricchezze naturali e storico-archeologiche dell’area, rendendone impossibile lo sviluppo socio-economico. Nonostante anni di commissariamento e decine di milioni di interventi l’emergenza del Bacino del fiume Sarno, continua ad essere sempre un’emergenza attuale, avallata anche dai dati annuali raccolti dalle varie associazioni ambientaliste. Secondo un recente studio di Legambiente Campania, solo il 40% del carico inquinante del territorio viene trattato, il restante 60%, invece, continua a finire dritto nella rete fluviale o a mare. Nonostante siano stati realizzati i depuratori tra Nocera Superiore, Angri e Scafati. Si tratta di una vera e propria bomba ecologica, un costante sversamento di veleni che coinvolge un territorio vastissimo, ben 39 comuni appartenenti alle province di Napoli, Salerno e Avellino, dichiarato dall’ormai1995 instato di emergenza. Ancora molti sono i problemi irrisolti che mettono in crisi l’intero ciclo di depurazione. Il dossier di Legambiente Campania mette in evidenza lo stop al completamento delle reti fognarie dei Comuni di Nocera inferiore, Scafati e Boscoreale per un contenzioso, dal ritardo nel completamento del collettore di Gragnano, dello stallo nella realizzazione del collettore e dei sollevamenti per Torre del Greco dove le risorse economiche sono state spese per l’emergenza rifiuti e a causa del quale al momento si scarica in mare. E ancora la mancata regimazione di acque bianche nel Comune di Siano, la sospensione dell’appalto per il completamento delle reti fognarie comunali. Ed è proprio la rete fognaria uno dei tanti tasti dolenti del ciclo di smaltimento e depurazione delle acque dell’area.Infatti risultano che non sono state ancora completate alcune reti fognarie, in particolare in diversi Comuni del Medio Sarno, tra cui Pompei-81%, Ottaviano-82%, Poggiomarino-64%, San Giuseppe Vesuviano-98%, Sant’Antonio Abate-75%, Striano-95%, Angri-55%, Castel San Giorgio-42%, San Valentino Torio-88%, Sarno-50% e in quelli di Foce Sarno come a Castellammare di Stabia-40%, Gragnano-63%, Pimonte-40%, Santa Mariala Carità-90% e Torre Annunziata-5%. Sono ancora al palo diversi interventi di completamento dei collettori e anche in questo caso riguardano una parte dei Comuni del Medio Sarno come quelli previsti a Pompei-10%, Ottaviano-94%, Poggiomarino-94%, San Giuseppe Vesuviano-94%, Striano-94%, Terzigno-94%, Angri-10%, Corbara-10%, San Valentino Torio-94%, Sarno-94%, Scafati-10% e addirittura tutti quelli di Foce Sarno come a Boscoreale-99%, Boscotrecase-99%, Casola-77%, Castellammare di Stabia-77%, Gragnano-77%, Lettere-77%, Pimonte-77%, Santa Mariala Carità-77%, Torre Annunziata-99% e Trecase-99%. Altra nota dolente, infine, sono i depuratori, in particolare quello di Castellammare di Stabia che è tuttora in fase di completamento. Sul caso è intervenuto la coordinatrice cittadina di Sant’Antonio Abate dell’Italia dei Valori Donatella Donadio: “E’ divenuto urgente intervenire in merito perché è in atto una vera e propria emergenza socio-abientale senza precedenti – ha ribadito Donadio – già nei giorni scorsi abbiamo denunciato quanto sta continuando ad avvenire ormai da anni ed è giunto il momento che Comuni, Province e Regione intervengano seriamente per mettere fine agli scarichi industriali e a quelli domestici illegali nel fiume Sarno”. La presidente dell’associazione Territorio Libero di Pompei ha aggiunto: “Sono più di 20 anni che si alternano le amministrazioni negli enti istituzionali che dovrebbero bonificare il Sarno e nei Comuni di interesse territoriali, ma ad oggi siamo a punto daccapo, anzi. Ci ritroviamo diversi canali sommersi dai rifiuti come il Canale Bottaro ed il Canale Marna e diversi Comuni che nel 2012 si ritrovano ancora senza reti fognarie. Tali condizioni favoriscono gli scarichi abusivi nell’ambiente circostante oltre a provocare gli allagamenti durante il maltempo. Ad oggi cosa è stato realizzato in relazione dei milioni di euro spesi per la bonifica del fiume Sarno e la realizzazione delle reti fognarie nei Comuni?”.

Vincenzo Vertolomo

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