Almeno per questa volta l’antica Pompei regala ai suoi estimatori una notizia positiva, concedendo loro una tregua dalle sciagure recenti. Si tratta delle statistiche sul flusso turistico del sito vesuviano che, nella prima metà di settembre, ha registrato un notevole incremento. Basti pensare, infatti, che nella giornata di martedì undici c.m. c’è stato un vero e proprio boom di presenze con ben 16.329 visitatori. A far lievitare gli ingressi e gli incassi della città sepolta sono soprattutto le numerose crociere che affollano, in questo periodo, il porto di Napoli e che vedono la maggior parte dei vacanzieri scegliere le escursioni a Pompei ed Ercolano. Le due città distrutte dalla furia del Vesuvio nel 79 d.c. sono, del resto, le mete preferite da coloro che hanno approfittato di quest’ultimo scorcio di estate per regalarsi una vacanza. Tale dato, d’altronde, segna un’inversione di tendenza rispetto alle statistiche dei mesi precedenti che avevano evidenziato un calo di presenze rispetto agli altri anni, anche per l’aggravarsi della crisi economica globale. Il nono mese del 2012 ha fatto segnare un aumento del 5% di turisti rispetto allo stesso periodo del 2011, che pur ha visto un record di turisti grazie anche alle tensioni nel Mediterraneo che avevano convogliato molte presenze nella nostra penisola. Pompei, quindi, mantiene intatto il suo fascino nonostante i crolli e il degrado che la divorano progressivamente. Ma non bisogna, per questo, cullarsi sugli allori. I primi otto mesi del 2012, infatti, hanno fatto registrare una diminuzione di 44mila e 721 visitatori nell’area archeologica, come denunciato poco tempo fa da Antonio Pepe, segretario della Cisl. Né vanno dimenticate le ben 24 domus agibili chiuse al pubblico a causa della carenza dei custodi e della iniqua distribuzione degli stessi tra i siti vesuviani; distribuzione che, come segnalato dallo stesso sindacato, non rispetta le differenze di estensione, importanza e afflusso delle varie aree. Di conseguenza, seppur gli ultimi dati fanno ben sperare, i problemi non vanno accantonati in quanto determinano il divario tra ciò che Pompei è e quello che potrebbe essere. Perché, se anche così maltrattata viene ancora visitata da migliaia di persone, cosa accadrebbe se venisse curata e valorizzata? E cosa diventerebbe la città che la ospita, in termini di occupazione e ricchezza? Le domande sono ancora inevase, non resta che attendere la Pompei che verrà, grazie anche ai fondi UE. Fin quando, ovviamente, ci sarà ancora, piogge e incuria permettendo.
Claudia Malafronte