Portici, parla il Movimento 5 Stelle

Sono scesi in campo e hanno attirato le attenzioni degli elettori. Presentatosi come un gruppo di attivisti formato da cittadini, senza statuto e gerarchie, il Movimento 5 Stelle dal 2009 (anno in cui è nato n.d.r.) a oggi è cresciuto in maniera esponenziale, fino ad avere il consenso degli elettori ed entrare nelle amministrazioni. Anche nella città della Reggia il Movimento 5 Stelle ha
lasciato il segno. Le varie battaglie portate avanti, come quella per l’acqua pubblica e quella del comitato “Mi tuffo o non mi tuffo?”, creato per fare chiarezza sulla balneabilità delle acque porticesi, hanno fatto crescere il gruppo dei grillini. Per capire i loro progetti e i loro programmi, abbiamo intervistato Giovanni Erra, esponente del Movimento 5 Stelle di Portici:  

Il Movimento 5 Stelle dal 2009 a oggi è cresciuto in maniera esponenziale. Secondo Lei, come mai?

 “Ormai i partiti non sono più in grado di capire le esigenze dei cittadini. I partiti, cosi come li conosciamo adesso sono fuori dalla realtà. La crisi economica dell’Italia e i sacrifici che vengono chiesti ai cittadini richiederebbero comportamenti etici e politici
adeguati. Invece si continua con gli sprechi e le ruberie. Quando vedi i politici in televisione sembra che vengono da un altro paese, parlano di cose che capiscono solo loro. I cittadini chiedono cose semplici, cose di buon senso che qualsiasi padre di famiglia metterebbe in atto quando la sua famiglia è in difficoltà. Chiedere ai partiti di rinunciare alla montagna di soldi che arrivano dai rimborsi elettorali quando tantissime famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese è una cosa semplicemente ovvia e normale per una persona di buon senso. Nonostante le chiacchiere in televisione nessuno ha rinunciato a un centesimo, tranne il Movimento 5 Stelle.  In queste condizioni, nessun cittadino affiderebbe la gestione del proprio patrimonio a persone condannate per truffa o corruzione. Gli attuali partiti, invece, li eleggono in parlamento da decenni. Infine, manteniamo a nostre spese persone che sono in parlamento da più di 25 anni. Quelli che ci hanno portato a questo disastro. Per non parlare di quelli che vengono piazzati, dopo il parlamento, in consigli di amministrazioni o altri enti. Sempre a nostre spese. Lei mi chiede come mai il Movimento è cresciuto in
maniera esponenziale? La domanda corretta sarebbe perché non ci siamo svegliati prima per mandarli via, forse potevamo ancora salvare qualcosa. Noi siamo costretti a fare politica, siamo costretti a organizzare le liste nei comuni, nelle regioni e in parlamento. Questo paese sta sprofondando e con esso noi e il nostro futuro. Basta stare a guardare alla finestra. C’è bisogno di una politica fatta con il sentimento e senza interessi. Allora niente rimborsi, via i condannati e dopo due mandati si torna a fare il lavoro di prima. Semplice”.

A Portici siete scesi in piazza in più occasioni. Come ha reagito la città? E la classe politica?

“Noi siamo la città, non siamo un corpo estraneo. Siamo cittadini come gli altri, siamo semplici cittadini che continuano a essere semplici cittadini ma che non intendono più alimentare un sistema che ha portato l’Italia in questo baratro. Siamo tutti sulla stessa barca e se non ci muoviamo tutti nell’unica direzione, quella di intendere la politica come semplice servizio alla collettività e non un posto di potere, l’intera barca affonda. Portici è una città medio borghese con alto livello di scolarizzazione e senso civico. Molti hanno subito capito il senso della nostra rivoluzione. Gli anziani soprattutto stanno ritrovando quella fiducia che pensavano finita. Si stanno impegnando con intelligente spirito di sacrificio perché si sono resi conto che finalmente possono essere veramente utili per migliorare il futuro dei giovani perchè vedono queste fragili vite frantumarsi sotto l’incertezza del futuro e l’impossibilità di incidere per cambiare. Il Movimento è l’unico luogo di impegno civico dove c’è la massima autonomia di esprimere al meglio le proprie energie.  I cittadini di Portici l’hanno capito. Ai nostri incontri, sempre pubblici e aperti a tutti, vengono non meno di 20 persone ogni volta, di cui un quarto sempre nuove. Vogliono capire e allo stesso tempo mettersi in gioco per dare il proprio contributo anche piccolo. Portici è viva, i partiti sono morti. Non lo sanno ancora ma lo capiranno presto”.

Avete portato avanti, durante l’estate appena conclusa, l’iniziativa del comitato “Mi tuffo o non mi tuffo?”. I dati che avete diffuso hanno avuto diverse interpretazioni. Ce li spiega? 

“I dati sono semplici e spiegano una cosa che i cittadini già conoscevano: il mare di Portici è sempre lo stesso, nessuno ha creduto alla favola dei partiti bravi che hanno ripulito l’acqua di mare. E’ bastato semplicemente cambiare la normativa, alzare il limite di
colibatteri presenti nell’acqua e il gioco è fatto. L’acqua da inquinata è diventata balneabile. Gli esami che abbiamo fatto, grazie al contributo di decine di cittadini dimostrano che se fosse rimasta la vecchia normativa il mare di Portici sarebbe ancora non balneabile. E’ importante anche precisare che il problema non è solo di Portici ma è nazionale ed è un problema segnalato anche da altri come Legambiente. La politica non deve essere ipocrita e prendere in giro i cittadini per un pugno di voti. Bisogna sempre raccontare la verità e fare di tutto per informare quanti più cittadini possibili. Poi i cittadini sono abbastanza intelligenti da
capire e questa esperienza l’ha dimostrato.  La battaglia però continua. Oltre ad informare costantemente i cittadini bisogna adoperarsi per migliorare realmente la qualità delle acque del litorale. Coinvolgere i comuni limitrofi e la Regione Campania a farsi carico del problema. Adoperarsi per garantire anche una spiaggia sempre pulita, non solo in estate. Una spiaggia libera e gestita in maniera trasparente a vantaggio esclusivamente dei cittadini. Il lungomare di Portici, per i soldi che potrebbe fruttare, fa gola a molti. Una ricchezza che noi vogliamo che resti dei cittadini di Portici e non finisca nelle mani di qualche casta politica privilegiata. Comunque siamo contenti di questa iniziativa e il successo riscontrato: al di là delle scelte di parte, abbiamo fatto capire alla
gente che il mare e la spiaggia sono nostri patrimoni e dobbiamo curarli noi ogni giorno, insieme”.

Come giudica l’operato dell’attuale amministrazione?

“Non posso dire che sia un’amministrazione disastrosa, anzi, paragonata ad altre amministrazioni della provincia di Napoli
è un’amministrazione più che discreta. Il problema è che intorno ci sono amministratori pessimi ma se paragoniamo questa amministrazione a città del centro o del nord allora risulta essere un’amministrazione mediocre. A Portici è il sindaco che ha praticamente fatto tutto, dopo di lui c’è il vuoto. I partiti totalmente assenti dal tessuto cittadino e privi di qualsiasi strategia. Si pensi che quelli del centro destra usano le nostre iniziative per fare interrogazioni al sindaco perché non sono in grado di pensarle da soli. La maggioranza opera solo per il mantenimento del consenso. Adesso che si avvicinano le elezioni si danno tutti da fare. Si aprono cantieri, si fanno inaugurazioni fantasma, si fanno dichiarazioni di progetti faraonici. Insomma la solita politica del nulla camuffata da false promesse a cui questa volta i cittadini non cascheranno. Lo scorso anno facemmo una inchiesta sui soldi versati dal comune alle associazioni di Portici. Nell’anno delle elezioni furono dati quasi 100.000 euro ad associazioni poi completamente sparite dal territorio. Due anni dopo appena 20.000 euro. Questi sono i partiti politici, che manovrano le file di un intero Sistema fatto di scambi di favori, agganci trasversali, privilegi che noi cittadini non ci possiamo più permettere di mantenere”.

Perché un cittadino di Portici dovrebbe votare il Movimento e non votare l’attuale amministrazione?

 “Perché noi vogliamo cambiare la logica con la quale un’amministrazione si rapporta con i propri cittadini. I partiti concepiscono la gestione del bene comune come una gestione privata. Una parte dei cittadini, le famiglie del sistema, ci guadagnano mentre
la maggior parte viene tratta da sudditi per mantenere quelli che campano con questo meccanismo. Noi proponiamo un modello di città dove gli amministratori sono dipendenti dei cittadini e cercano di eseguire al meglio il volere di tutti mediante strumenti di partecipazione, trasparenza e controllo. Chi decide di candidarsi con noi deve sapere di porsi al “servizio” dei cittadini e sottoporsi a qualsiasi controllo o verifica. Vogliamo una città di beni comuni che parta dai più giovani, futura classe dirigente, insegnando loro il senso civico della partecipazione, dell’appartenenza a una collettività. Partiremo dai giovanissimi coinvolgendo le scuole e le famiglie in un appassionante processo di partecipazione tale da farsi sentirsi tutti parte integrante di un’unica grande famiglia solidale. La nostra è una rivoluzione culturale che parte necessariamente dai comuni. Vogliamo combattere la cultura dell’egoismo
sfrenato e del profitto indiscriminato per una cultura della solidarietà e della condivisione collettiva. A Portici questo si può pensare di realizzare già dalle prossime amministrative. Non faremo nessun compromesso o rinuncia alla nostra idea di città. Non abbiamo più tempo per il teatrino della politica”.

A livello nazionale, sono in atto polemiche sulla “democrazia interna” del Movimento. Cosa ne pensa?

“Al momento non c’è nulla di più democratico del Movimento a 5 Stelle in Italia. Gli incontri sono sempre pubblici e aperti a tutti. I programmi si costruiscono con i cittadini. I candidati si scelgono insieme con procedure trasparenti. Non siamo certamente una macchina perfetta. Del resto abbiamo pochi anni di vita, ci sono ancora meccanismi organizzativi da mettere a punto. Purtroppo molti non conoscono la natura del Movimento e quindi hanno difficoltà a capirne le dinamiche. Noi non siamo un partito. Questo non è uno slogan. Non abbiamo presidenti, segretari, responsabili di qualsiasi tipo. Nel Movimento ci sforziamo di dare spazio a
tutti. Nessuno decide più di un altro. Questo non è casuale ma una precisa scelta filosofica. Stiamo sperimentando un nuovo modo di stare insieme, di decidere e partecipare. Qualcosa che nessun altro ha fatto fino ad ora. Dall’esterno non si capisce quello che siamo perché ancora il nostro modello non esiste, lo stiamo realizzando giorno dopo giorno anche tra tanti errori. Dobbiamo
combattere l’egoismo individuale insieme a modelli di gestione verticistici. Dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di poter esprimere al meglio le proprie capacità e competenze, valorizzando il merito e l’autonomia. Per molti tutto questo può sembrare utopico ma sfugge loro un particolare: oggi esiste uno strumento capace di azzerare le distanze e farci vivere ogni esperienza in
tempo reale. Questo strumento è internet. E grazie a internet sappiamo che c’è una moltitudine di persone nel mondo che, simultaneamente, stanno sperimentano lo stesso modello sociale. Non è un caso. Grazie ad internet sappiamo che quello che vogliamo realizzare a Portici si sta sperimentando in altre città del mondo ma anche in piccole città dell’Italia. Noi stiamo semplicemente prendendo il meglio di queste esperienze. La rivoluzione è già iniziata. Basta guardare dentro di noi, nelle attuali famiglie. Vedere com’è cambiato il modello di relazioni tra genitori e tra genitori e figli. Adesso c’è più collaborazione e partecipazione alle decisioni. Non esistono più precisi ruoli di comando ma meccanismi collettivi spontanei per gestire i conflitti interni. La famiglia deve ritornare a essere punto cruciale e di riferimento per costruire un nuovo tessuto sociale e il sindaco di una città tornare ad amministrare come un buon padre di famiglia, ascoltando più spesso gli altri e curando gli interessi di tutti con amore”.

Andrea Scala

 

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