Una proposta di mobilitazione scattata sul social network Facebook promossa dal dott. Antonio Marfella, dei medici per l’ambiente (ISDE), ha subito riscosso grandissima partecipazione: cittadini, comitati e giovani si sono uniti in una “catena umana” all’ ospedale Pascale di Napoli.
Il Pascale di Napoli, centro specializzato per patologie tumorali, è stato l’ospedale da cui sono usciti i dati sull’aumento dei tumori nelle province di Napoli e Caserta: il dott. Marfella è ormai costantemente in lotta, insieme ai comitati cittadini, per il diritto alla salute. E’ grazie a persone come lui che quei dati (diffusi lo scorso febbraio) sono andati sulle pagine dei giornali, altrimenti destinati a essere conservati come “documento interno” del Pascale. E’ grazie a lui che i cittadini si sono uniti in una catena umana per protestare contro la decisione del governo Monti di respingere la norma regionale, o meglio, di impugnarla in corte costituzionale, perché “contenente alcune disposizioni in contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario”. Il costo complessivo per l’istituzione del registro tumori in Campania (l’unica regione che ne è sprovvista) è di 1,5 milioni di euro: costo troppo elevato, per quanto deliberato dal Consiglio dei Ministri, ma molto inferiore ai 2,8 milioni di euro stanziati per l’aggiornamento del portale web della regione Campania (effettuato dalla Digit, società dello stesso ente regionale).
Il registro tumori è uno strumento essenziale per tracciare la salute dei 6 milioni di cittadini campani: permette di monitorare l’incidenza delle patologie tumorali sulla popolazione e quindi far chiarezza sul rapporto tra emergenza ambientale e aumento dei tumori nelle nostre province. Strumento appunto indispensabile, ma come ogni strumento, è destinato a funzionare bene solo se usato da mani esperte e indipendenti da condizionamenti: la norma regionale esclude dal registro tumori i medici dell’ambiente (ISDE), che più di tutti conoscono questa materia.
Nonostante le perplessità e l’impegno che i comitati e i medici si propongono di avere per sorvegliare il registro, tutti hanno festeggiato quando il governatore della Campania Stefano Caldoro ha deciso di mettersi contro le decisioni del governo Monti e di emettere un decreto legge che istituisca da subito il registro tumori per la Campania. I fondi saranno ricavati grazie all’articolo 7 della norma che così recita: “si consente acquisto di beni strumentali, impianti e servizi; spese per le attività del centro di coordinamento e del comitato tecnico-scientifico (i cui componenti operano a titolo gratuito, ndr); spese per comunicazioni e informazioni con particolare riguardo alla pubblicazione di atti o documenti anche su richiesta; spese generali.”
1,5 milioni saranno quindi spesi per: finanziare le attività del centro di riferimento del Pascale, istituire registri per provincie di Caserta, Avellino, Salerno, Benevento e tre registri sub provinciali per Napoli.
Il decreto Caldoro garantirà tempi e modalità utili perché il Consiglio Regionale possa modificare la Legge Regionale 19/12 per disinnescare così lo stop del Governo nazionale: sono comunque attesi i tempi della decisone della Corte Costituzionale per il conflitto di competenze tra Regione e Governo centrale.
Soddisfazione dei comitati della Rete Vesuviana, dei comitati anti discarica di Terzigno e Chiaiano, nonché dell’onorevole Franco Barbato (IDV), ex sindaco di Camposano (vicino Nola), presente anche lui alla manifestazione indetta dal dott. Marfella: “Questo decreto non cancella vent’anni di immobilismo per la salute in Campania – ha affermato il deputato parlamentare Barbato durante la manifestazione – Sprechi e ruberie della giunta Bassolino ci hanno condannati allo sfascio del diritto alla salute in Campania, ma l’attuale governo Monti non sta agevolando per niente la risoluzione della situazione, appunto dicendo no al registro tumori ma sì al portale web del sito internet della regione Campania”
“Se i medici indirizzano correttamente la politica e non l’inverso, la politica fa il suo dovere senza ritardi. E’ Strano che il Pascale sia l’unico IRCCS(Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico)oncologico di Italia in cui non è previsto il primario di epidemiologia.- ha affermato il dott. Marfella – ma ora dobbiamo agire, non più litigare”.
Tuttavia, gli interrogativi restano, soprattutto per il ricorso del governo centrale e per la quantità di fondi stanziati: a fronte del grande lavoro che occorre nelle terre della nostra regione, basteranno 1,5 milioni di euro?
C’è poi la perplessità legata al dott. Donato Greco, che ha salutato con entusiasmo il decreto Caldoro. Il dott. Greco è autore di “Salute e rifiuti in Campania”, uno studio che spiega l’anomalo aumento di tumori dandone la responsabilità alle cattive abitudini dei malati (fumo e smog). E’ stato inoltre perito di Caldoro nel processo per epidemia colposa, conclusosi con l’assoluzione del governatore: per molti le parole del dott. Greco sono suonate “strane” o quanto meno dissonanti nella battaglia che si sta portando avanti e che va nella direzione opposta agli studi del dott. Greco. Dimostrare, cioè, attraverso il registro tumori, che in Campania i tumori sono aumentati del 40% in 20 anni a causa delle inalazioni provocate dalla combustione di rifiuti tossici e per l’inquinamento delle falde acquifere, nonché di interi ecosistemi.
Mario De Angelis