Si è svolta nel Feltrinelli Point di Pomigliano d’Arco, l’ultima presentazione del giallo-comico “Non sono un fottuto giornalista eroe”, secondo romanzo (il primo “Volevo solo svegliarmi tardi la mattina” uscito circa due anni fa) del giornalista Antonio Di Costanzo, ed edito da Cento Autori. Lo scrittore/giornalista collabora con Repubblica e segue principalmente avvenimenti di cronaca nera in Campania. L’idea di iniziare a scrivere questo libro, nasce dalla sua insonnia notturna. Ambientato nei vicoli di Napoli, precisamente tra la Pignasecca e Materdei, vede come protagonista un giornalista, Jacopo Fernadez, il quale viene presentato come un uomo semplice, di poche se non nulle ambizioni. Si accontenta facilmente, non culla sogni di Pulitzer, ne sogna di diventare il giornalista più importante del pianeta,anzi si ritrova a fare questo mestiere quasi per caso. Il racconto è incentrato sull’indagine per il misterioso omicidio di un cingalese, implicato in una situazione che sfiora il tragicomico, che sulla scena oltre lui vede clan camorristici e soldi falsi. Fernandez si ritroverà a seguire questo caso, scontrandosi con funzionari della giustizia inetti e altri cronisti, che di tutto farebbero pur di lanciare uno scoop.
Di Costanzo, durante l’incontro, ha sottolineato il fatto che quelli raccontati, seppur con varie modifiche apportate per ovvie ragioni, sono episodi realmente accaduti e, successivamente ha parlato brevemente del suo “rapporto” col giornalismo, affermando che inizialmente questo è un qualcosa che nasce come passione, ma poi occorre tanta pratica per farlo diventare un vero e proprio mestiere, cosa che però in Italia sta diventando sempre più complicata. Lui stesso scrive da quando aveva 16 anni e probabilmente, a sua detta, avrebbe difficoltà a fare altro ormai.
La presentazione è stata moderata da un suo collega di Repubblica, Paolo De Luca e da una collaboratrice de Il Mattino, Daniela Spadaro. Quest’ultima ha posto vari quesiti all’autore, tra cui anche se ha mai pensato di trasformare il suo lavoro in una sceneggiatura; domanda a cui lo scrittore ha risposto con orgoglio che un’eventuale trasposizione cinematografica o televisiva lo renderebbe davvero felice. Ultima curiosità che potrebbe attirare l’attenzione, sopratutto dei più giovani è il nome del vicequestore: si chiama Block, un omaggio che l’autore ha tenuto a fare al noto fumetto.
Emanuela Torella