Vogliamo rispetto e non siamo le vittime sacrificali del girone. Lo dice con rabbia il presidente del Ctl Campania Giovanni De Micco (in foto): l’amarezza in casa biancazzurra dopo i tre punti svaniti per il tuffo di Majella al 94’ che ha visto l’arbitro ‘coronare’ con una topica colossale una direzione di gara sconcertante. Il rigore trasformato dall’attaccante del Nardò ha regalato un punto ai pugliesi ma ha ulteriormente avvelenato una partita che aveva già vissuto nell’intervallo un episodio spiacevolissimo, col patron del Campania espulso solo per aver contribuito a calmare gli animi con un inquietante atteggiamento dell’arbitro. “Arrabbiarsi o protestare nei confronti degli arbitri può toccare la loro suscettibilità. Se a Monopoli avevo definito l’arbitro inadeguato col Nardò lo definisco scandaloso: perché è scandaloso assegnare un calcio di rigore inesistente al 94’ ad una squadra che mai era entrata prima in area di rigore per un giocatore che si è buttato clamorosamente e perché è scandaloso far proseguire un’azione del Nardò nonostante la segnalazione di fuorigioco dell’assistente perfettamente in linea. Ma la cosa che ancora più mi sconcerta – spiega il presidente del Campania Giovanni De Micco – è che io sono stato allontanato a fine primo tempo negli spogliatoi. Io – e chi mi conosce lo sa perchè ho sempre agito così – volevo solo calmare gli animi. Purtroppo in questo periodo con gli arbitri non mi va bene: spero solo che non ci siano motivi personali perché già siamo bistrattati giocando a porte chiuse a Secondigliano solo per aver voluto restare nella città di Napoli. Oggi la nostra situazione è difficile, temo davvero che le cose si possano complicare perché vedo da ogni parte nessuna considerazione nei confronti del Campania”. Il patron, poi, spiega l’episodio avvenuto nell’intervallo che gli è costato, senza aver fatto nulla, l’allontanamento anticipato dalla panchina: “C’era un loro giocatore, Majella, che io già conoscevo, dietro di me: c’era stato un semplice battibecco negli spogliatoi, ma lui, ripeto, pur essendo dietro e non riuscendo a vedere diceva all’arbitro ‘guarda cosa stanno combinando’. Io gli ho ribadito che se stava dietro non poteva vedere ciò che succedeva: ebbene, dopo queste parole, l’arbitro, rivolgendosi a me con un dito in faccia mi ha buttato fuori. Essere trattati così fa male. Anzi, fa più male questo che il calcio di rigore al 94’ o il pareggio: ripeto, venire trattato così mi fa stare male. Io da ex arbitro so che significa farlo e le tensioni che comporta: ma io in sette anni di arbitraggio non l’ho mai fatto, non mi sono mai permessi di mettere quasi le mani in faccia a un qualsiasi dirigente dalla II Categoria all’Eccellenza”.