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Pompei e la prostituzione: l’appello accorato di Mons. Carlo Liberati

La prostituzione a Pompei sembra essere il motivo predominante del dibattito di questi giorni fra chiesa e amministrazione comunale. Nei giorni scorsi, Mons. Carlo Liberati, durante le omelie delle sante messe, aveva speso parole molto dure contro il fenomeno dilagante nella città mariana.

L’arcivescovo prelato aveva invitato le forze dell’ordine tutte e la stessa amministrazione comunale ad alzare il livello di guardia, lavorando il più possibile affinché l’immagine della città venisse tutelata.

Va detto e ricordato che nei mesi scorsi persino delle mamme pompeiane erano scese in campo contro il problema, protestando per il fatto di non poter camminare liberamente in piazza Bartolo Longo con i loro figli senza doversi imbattere in qualche scena equivoca. Le prostitute infatti erano arrivate fin sul sacrato della basilica.

Ad accogliere l’appello accorato del vescovo ci hanno pensato le forze dell’ordine e la stessa amministrazione comunale. Da diversi giorni, infatti, più controlli vengono effettuati ad ogni ora del giorno e della notte al fine di promuovere un’azione serrata di monitoraggio del fenomeno. Numerosi fogli di via sono stati emessi contro diverse venditrici di piacere, per lo più di nazionalità bulgara.

La piazza e le arterie principali del centro, risultano dunque essere controllate efficacemente, e pare che i primi risultati positivi della task force si stiano vedendo. Sembra infatti che il numero delle prostitute su Pompei sia sensibilmente diminuito. Un plauso, dunque, alle forze dell’ordine tutte, per il lavoro che stanno conducendo ogni giorno con l’obiettivo di restituirci una città più vivibile.

Marianna Di Paolo

 

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