Lo scioglimento dell’associazione antiracket e antiusura di Portici potrebbe avere ripercussioni anche sul regolare svolgimento dei lavori dell’amministrazione comunale. Il fulmine a ciel sereno che ha colpito Sergio Vigilante, presidente dimissionario dell’associazione anticamorra porticese indagato per favoreggiamento a un clan camorristico, rischia di colpire anche l’amministrazione targata Enzo Cuomo. L’associazione antiracket, infatti, usufruiva dei finanziamenti stanziati dall’amministrazione comunale. Inoltre, l’ex presidente dell’antiracket era inquadrato come portaborse dell’assessore al commercio Aniello Pignalosa, che a sua volta era vice-presidente dell’associazione. Concatenazioni che potrebbero spingere gli inquirenti a far intervenire la commissione d’accesso agli atti a Palazzo Campitelli. A sollevare la questione è stato Salvatore Iacomino, esponente di Sinistra e Libertà che ha commentato: “Pur essendo garantista e avendo massima fiducia nella magistratura, credo che su questa vicenda potrebbe intervenire la commissione d’accesso. Il coinvolgimento di un’associazione che usufruiva di fondi comunali e la partecipazione di un assessore comunale, potrebbero essere motivi sufficienti per estendere le indagini. Del resto, se gli inquirenti hanno ordinato la cancellazione dell’associazione, vuol dire che hanno riscontrato qualche anomalia”. Più duro, invece, Enzo Ciotola componente del Popolo della Libertà: “Crediamo nella magistratura e ci risulta difficile pensare a un coinvolgimento di Vigilante nella vicenda, ma è palese che questa amministrazione non sia proprio limpida. Denominare amministrazione della legalità una forza di governo che vanta dirigenti rinviati a giudizio, assessori indagati e qualche consigliere che dovrà affrontare un processo, sembra assurdo”.
La vicenda. L’accusa mossa a Sergio Vigilante è di favoreggiamento ad alcuni esponenti di clan camorristici. A far scattare le indagini sarebbero state le dichiarazioni di due pentiti del clan Moncavallo. Nel 2008 – secondo le dichiarazioni dei pentiti – Vigilante avrebbe fornito alcune informazioni a personaggi appartenenti al clan. Nello specifico, sempre secondo le dichiarazioni dei due pentiti del clan Moncavallo, Vigilante incontrava gli esponenti dei clan nel negozio da lui gestito negli orari di chiusura e la domenica mattina. Appresa la notizia del coinvolgimento nelle indagini, Vigilante ha prontamente presentato le dimissioni e ha commentato: “Sono sereno e ho fiducia nella magistratura. Questa vicenda è un fulmine a ciel sereno. Sembra paradossale, avrei fornito delle informazioni a queste persone contro le quali sono costituito parte civile in tre processi. Per giunta nel periodo che ero sotto scorta. Una vicenda che mi ha moralmente distrutto”.