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Napoli, incompatibilità tra la due cariche politiche: Cesaro si dimette

Il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, ha presentato le proprie dimissioni dall’incarico. Proprio oggi il Consiglio aveva approvato la delibera di contestazione di incompatibilita’ nei suoi confronti alla luce della legge che vieta di ricoprire contemporaneamente la carica di parlamentare e presidente della Provincia.

«Il mio è un atto che intende testimoniare l’estrema difficoltà, se non addirittura l’impossibilità di amministrare un ente quale la Provincia, che è stato colpito da severissime e assurde misure di spending review». Lo ha detto Luigi Cesaro, spiegando il motivo delle dimissioni da Presidente della Provincia di Napoli rassegnate oggi. «La determinazione dei tagli, che verranno comunicati nella prossima settimana dal Governo – ha detto – colpirà inevitabilmente i servizi che la Provincia amministra sul territorio e le società partecipate ad essa collegate. Per il presidente si profilano solo due possibilità: o tagliare posti di lavoro e i servizi per i cittadini, o sforare il patto di stabilità, rischiando di portare l’ente al dissesto. Alternative per me assolutamente inconcepibili visto che durante la mia amministrazione ho avuto due priorità assolute: garantire il lavoro ai nostri dipendenti ed attuare una politica finanziaria dell’ente sana, rigorosa e virtuosa».

Luigi Cesaro ha 10 giorni di tempo per presentare delle controdeduzioni, rispetto alla mozione approvata dal consiglio provinciale di Napoli che decreta una condizione di incompatibilita’ tra la carica di presidente e quella di deputato, che lo stesso Cesaro vorrebbe riconfermare alle prossime elezioni. Cesaro, nei dieci giorni, potrebbe anche optare tra i due incarichi e comunicare la sua scelta al consiglio che si riunira’ di nuovo per dirimere definitivamente la questione. Nel caso in cui l’esponente del Pdl, assente oggi durante la seduta, opti per il Parlamento, le funzioni passeranno al vice nominato ieri Antonio Pentangelo, collega di partito che ha rilevato la delega prima data a Ciro Alfano (Udc). In consiglio si sono evidenziate anche spaccature all’interno dei gruppi. La mozione di incompatibilita’ e’ stata depositata da Giovanni Bellere’, esponente di Fli, sconfessato dagli altri due consiglieri finiani contrari, come gli altri rappresentanti dell’opposizione, eccetto il consigliere di Fed Giorgio Carcatella, favorevole. Favorevole anche l’Udc, nonostante la revoca della vice presidenza, che ha pero’ determinato il voto contrario di Ciro Ascione. Fli e Udc dunque divisi al loro interno sulla partita giocata sul filo del cavillo. Luigi Cesaro, trascorsi i 10 giorni, si ripresentera’ in consiglio per comunicare la sua posizione e l’assemblea avra’ altri 10 giorni per rendere definitiva qualunque decisione. La strategia adottata dal presidente della Provincia di Napoli, eletto nel 2008 con un accordo Pdl – Udc, e’ stata dunque diversa da quella adottata da altri amministratori campani decisi a candidarsi alle politiche del 2013 che si sono dimessi, e cioe’ i sindaci di Portici (Vincenzo Cuomo) e Avellino (Giuseppe Galasso) del Pd e Giugliano (Giovanni Pianese) del Pdl. L’ente evita il commissariamento e proseguira’ l’attivita’ fino alla costituzione della citta’ metropolitana a fine 2013.
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