L’eterna rivalità tra il sacerdote Don Camillo e l’onorevole comunista Peppone. Le scene del film girato nella metà degli anni 50 ritornano attualissime nella vicenda che ha coinvolto il sacerdote Michele Borriello e il sindaco (dimissionario n.d.r.) Vincenzo Cuomo. Michele Borriello, sacerdote della Cappella Reale di Portici ha presentato un esposto gerarchico al Prefetto di Napoli contro la decisione di Vincenzo Cuomo che prevede il “divieto di sosta e fermata degli autoveicoli” sul sagrato della Cappella. Una decisione che al sacerdote non è andata giù, tanto da organizzare una raccolta firme tra i fedeli e spedirle sulla scrivania del sindaco. Inoltre, Borriello ha coinvolto il Cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, informandolo della vicenda. Il Cardinale – a sua volta – ha scritto al primo cittadino porticese, ma dal quarto piano di Palazzo Campitelli non sarebbe giunta nessuna risposta. Deluso e amareggiato dal comportamento di Cuomo, Borriello ha presentato ricorso al Prefetto nel quale si legge: “Il sindaco di Portici ha disposto, motu proprio, divieto di sosta e fermata degli autoveicoli nello spazio che, di fatto e di diritto, da tempo immemorabile (1740 circa) è il sagrato della Cappella Reale, area che ogni vocabolario riferisce essere <<spazio, spesso sopraelevato, antistante la Chiesa che, consacato, godeva originariamente di immunità>>. Tale ordinanza – continua nell’esposto il sacerdote – rigorosamente applicata dai vigili urbani, impedisce ai fedeli di poter assisterealle funzioni religiose. A tacer del fatto che la Cappella Reale è spesso meta di turismo Europeo, sede dell’Accademia Ercolanese, sede del gruppo MEIC (movimento ecclesiale di impegno culturale) e luogo privilegiato di importanti eventi”. A lasciar particolarmente rattristato il sacerdote è stata la mancata risposta di Cuomo al Cardinale Crescenzio Sepe, intervenuto sulla questione: “A nulla sono valse le accorate, esplicite e ferme rimostranze – spiega il sacerdote Borriello – mie e dei miei fedeli e soprattutto del Cardinale di Napoli che ha scritto al primo cittadino senza che quest’ultimo gli degnasse di una risposta, siamo particolarmente dispiaciuti da tale illegittimo comportamento sanzionatorio. Va precisato che il sindaco ha concesso la deroga ad analoga ordinanza per i fedeli che si recano nella Chiesa Cristiano Evangelica per le funzioni religiose pur avendo la zona le stesse caratteristiche di viabilità del sagrato della Chesa di Cappella Reale”. Michele Borriello prosegue: “Mi sono sentito dire dal sindaco con altezzosità che si tratta di marciapiede storico. Forse il primo cittadino non sa che le due aree (Chiesa Evangelica e Cappella Reale n.d.r.) non datano la stessa epoca, mentre il concetto di marciapiede storico è estraneo al codice della strada. Inoltre, le aree antistanti al Palazzo Reale sono di competenza della Provincia, quindi il sindaco non ha alcuna giurisdizione. Chiediamo, quindi, l’annullamento dell’ordinanza”.
Andrea Scala