Penisola sorrentina: scatta l’operazione antibracconaggio “Sogni d’oro”

 È di questi giorni la notizia dell’arresto in Romania di 12 cacciatori italiani, accusati di bracconaggio. Nelle loro stanze d’albergo, assieme a 20 fucili da caccia e 7.000 cartucce, un migliaio di uccelli abbattuti e già imballati in cartoni pronti da spedire in Italia. I cacciatori italiani hanno l’abitudine di andare in Romania per utilizzare una serie di dispositivi elettronici per attirare gli uccelli che in Italia sono proibiti.
 
“Può sembrare un paradosso – dichiara Claudio d’Esposito presidente del WWF Penisola Sorrentina – ma mentre i cacciatori emigrati all’estero per bracconare impunemente sono stati incastrati dalla polizia della città di Costanza, quelli rimasti in penisola sorrentina credono di poter continuare ad infischiarsene delle Leggi. Ma si sbagliano!!! È proprio per questo, e per rispondere ai numerosi e continui appelli giunti al WWF ed al Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia, che l’operazione denominata Sogni D’Oro non si arresta!!! Ulteriori e mirati interventi a tappeto, effettuati in queste notti, hanno infatti portato all’individuazione e allo smantellamento di decine di postazioni dei bracconieri e al sequestro di impianti elettronici, fonofili, altoparlanti, cavi elettrici, casseforti e quant’altro, allestiti nell’Oasi del Monte di Torca a Massa Lubrense, in località Monte Comune e Arola a Vico Equense e sul Monte Vicalvano a Piano di Sorrento. 
Inoltre vista la sfacciataggine con la quale le postazioni smantellate sono state riallestite nuovamente, in alcuni casi appena pochi giorni dopo l’intervento delle Forze dell’Ordine (vedi Monte di Torca o Arola), si è ritenuto stavolta di utilizzare sofisticati congegni satellitari per riuscire ad individuare e punire definitivamente i responsabili.”
 
Assieme agli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia, coordinati dal I° Dirigente dott. Sergio Costa e agli ordini del Comandante Ass. Capo Gioacchino Cascone, anche volontari e guardie del WWF e un operatore video che ha documentato gli interventi.
 
Le fantomatiche casseforti, chiuse da un robusto catenaccio e contenenti sofisticati impianti e timer per riprodurre i versi degli uccelli, erano state anche stavolta abilmente nascoste, saldate ad arte e cementate tra le rocce calcaree. Da tali casseforti si dipartivano i cavi elettrici, interrati e cementati al suolo per decine e decine di metri, che conducevano alle cosiddette “campane” nascoste tra la vegetazione a strapiombo sul mare che riproducevano, per l’intera notte, il verso delle quaglie da catturare, attraendole nei pressi della postazione e rendendole prede facili per il bracconiere. 
Spesso, per poter sparare anche nei giorni di silenzio venatorio o a caccia chiusa, i fucili non vengono portati da casa ma sono nascosti assieme alle cartucce, dopo averne abraso la matricola, sotto i muri, in grotte o tra la vegetazione, pronti all’uso una volta giunti sul posto, costituendo un ulteriore grave pericolo. In località Monte Comune, dove fu già rinvenuto dai forestali un fucile a matricola abrasa, sale a 6 il numero di casseforti smantellate nel tempo!!!
 
“Anche nell’Oasi Monte di Torca, a distanza di sette giorni dal primo intervento, è riapparsa una nuova postazione abilmente cementata, in spregio alle leggi sulla caccia ed ai vincoli paesistici di inedificabilità. Giova ricordare – dichiarano gli esponenti del WWF – che in tale area, gestita da una cooperativa, avrebbero dovuto esserci gli Orti sociali finanziati con denaro pubblico. Come è possibile che di continuo si possano “disseminare” cavi elettrici e cementare casseforti sotto terra per esercitare la caccia fuorilegge senza che nessuno se ne accorga!!! 
 
Gli impianti allestiti su tutte le colline della penisola sorrentina durante i periodi migratori (primavera e autunno) sono centinaia. Le gesta dei cacciatori fuorilegge, che spesso all’alba non esitano a sparare nei pressi delle abitazioni e anche in direzione di esse, rendono le notti insonni agli abitanti dei nostri comuni e violano la quiete pubblica a causa dei versi amplificati a tutto volume che echeggiano dalle montagne per l’intera nottata. 
Le lamentele che giungono alla segreteria del WWF palesano un forte allarme sociale e sono di cittadini infastiditi o impauriti da tali circostanze che chiedono interventi e azioni risolutive a porre un freno al fenomeno.”
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