Castellammare: politiche sociali all’anno zero

“A Castellammare di Stabia le politiche sociali sono all’anno zero. Gli operatori non ricevono stipendi da sei mesi perché l’Ambito 14 non paga le cooperative. Tutto ciò è inaccettabile”. 
Lo affermano in una nota i consiglieri comunali del Partito democratico Russo, Iovino e Pannullo. 
 
“Il problema – dicono i tre consiglieri – è in primis organizzativo, perché al Comune l’Ufficio di piano è in staff al Sindaco mentre l’assistenza sociale è un ufficio di line. Le inefficienze si ribaltano sul territorio e si cronicizzano presso l’Ambito 14, un vero e proprio ‘imbuto’ che ha messo ormai il sistema in ginocchio. L’Ambito deve ricevere ancora il saldo della prima annualità del Piano sociale di zona, pari ad oltre 420 mila euro, ma non si capisce perché non si faccia la rendicontazione del pregresso per ottenere queste risorse già stanziate. Gli operatori del sociale, che continuano a prestare assistenza domiciliare ad anziani e malati, non ricevono i pagamenti da sei mesi, pur essendoci, presso l’Ambito, una figura addetta alla rendicontazione e ai compensi. Il terzo settore, vero motore propulsivo delle politiche sociali sul territorio, è stato, per una precisa scelta politica, messo da parte in favore della formazione di short list dove gestire in maniera clientelare l’affidamento di prestazioni sociali. È una vergogna solo stabiese.” 
 
Cooperative vs short list: una “guerra tra poveri”. “Per i centri per la famiglia, antiviolenza e per il Segretariato sociale, che dovrebbero partire a fine ottobre, si attingerà a queste famose short list per le figure di psicologo, sociologo, assistenti amministrativi. Ciò – analizzano i tre consiglieri – toglie lavoro alle cooperative, già pesantemente penalizzate dai mancati pagamenti. Siamo l’unico ambito che affida servizi in maniera diretta a professionisti e non tramite il terzo settore. In tutti gli ambiti territoriali della Regione Campania, laddove questi servizi sono attivati, sono esclusivamente affidati al terzo settore. A Castellammare no. Forse perché si devono gestire in maniera clientelare e poco trasparente gli affidamenti? A pagarne le spese sono sempre i più deboli, le fasce meno tutelate e più esposte della popolazione. È una scelta politica a nostro avviso sbagliata. Ma sulle scelte ci si assumono anche delle responsabilità. E ci chiediamo: sono migliorati i servizi? Non ci sembra. La gestione è professionale e trasparente? Neanche a parlarne! Si fa clientela perfino su chi debba o meno lavorare presso l’Ambito, sprecando quasi 70 mila euro per l’incarico di coordinatore – che spetterebbe a personale del Comune capofila – occupato da una signora che non ha i titoli e non è esperta di politiche sociali. Questo scempio finirà a dicembre quando Castellammare uscirà dall’Ambito 14 per formare ambito a sé coincidente con il Distretto sanitario. Abbiamo denunciato, purtroppo senza esito, questa anomalia che, oltre a portare spreco di denaro pubblico, è una delle cause del malfunzionamento delle politiche sociali sul nostro territorio. Fortunatamente dal 2013 il coordinatore cesserà nelle funzioni e Castellammare, forse, riuscirà a riappropriarsi dell’indirizzo politico-amministrativo in materia di politiche sociali”.
Voucher e compartecipazione: occorre uniformità – “In merito all’utilizzo dei voucher per le prestazioni socio-assistenziali, il meccanismo, pur essendo in teoria buono, non funziona per i ritardi nell’emissione degli stessi e nel rimborso alle coop. Spesso, infatti, gli operatori sono costretti a prestare la loro opera anche in mancanza di questi ‘buoni per prestazioni sociali’, i quali danno agli assistiti la possibilità di fruire della prestazione e che, nella migliore delle ipotesi, viaggiano con mesi di ritardo sia nella consegna che nei rimborsi. La non uniformità della compartecipazione dei cittadini alle prestazioni, poi, non aiuta di certo, ma crea un’enorme confusione tra gli operatori e gli assistiti. Perché non c’è uniformità sul territorio per questo aspetto? Perché i cittadini stabiesi pagano più dei cittadini di altre province, tipo Salerno?”
Passerelle e festicciole: dov’è la politica? L’analisi del gruppo consiliare democratico prosegue soffermandosi sull’aspetto politico. “Abbiamo sollecitato più volte la politica e l’assessore al ramo ad intervenire – continuano Russo, Iovino e Pannullo – ma ci sembra si sia più interessati alle passerelle e alle festicciole piuttosto che ai problemi quotidiani e al tessuto sociale stabiese. Abbiamo segnalato la necessità di intervenire politicamente per sbloccare fondi e pagamenti. La risposta è stata il nulla. Si tace su anomalie e procedure clientelari e si è smantellato il libero mercato del terzo settore composto da cooperative sociali con esperienza decennale. Il Forum del terzo settore, momento importante di confronto e concertazione, non è mai stato nell’agenda politica di questa Amministrazione e ciò comporta mancanza di interlocuzione, ascolto del territorio e delle problematiche dell’area. Altro che politica del fare! Il ruolo del terzo settore, sulla cooperazione sociale nei territori dell’Ambito 14, non è stato idoneamente riconosciuto e agevolato come invece prevede la legge in quanto non è stato adeguatamente coinvolto nella progettazione e nella  programmazione del Piano sociale di zona: è stato declassato nella gestione dei servizi, passati  dalla gestione della cooperazione sociale attraverso procedure ad evidenza pubblica, alla gestione in house”.
“Bisogna lavorare affinché venga raggiunta la funzionalità dell’assistenza domiciliare alle fasce deboli, prevista dalla Legge n. 328 del 2000 e dalla Legge regionale n. 11 del 2007, in partnership con l’Asl realizzando l’integrazione socio-sanitaria prevista dalle leggi tra Azienda sanitaria e Comune. Occorre – concludono nell’analisi i tre consiglieri democratici – restituire dignità al terzo settore e agli operatori, veri motori delle politiche sociali, sbloccando risorse per i pagamenti e coinvolgendoli maggiormente nella progettazione e nell’erogazione dei servizi sociali”. 
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