Un esemplare protetto di poiana ferita è stato salvato ieri mattina dagli agenti della polizia municipale. La pattuglia, composta dagli ispettori Carmine Donnarumma e Francesco Manzi e impegnata in un’attività di controllo dell’attività venatoria nella zona del Parco dei Monti Lattari, ha rinvenuto il rapace in località Traforo, al confine con Agerola. L’animale era rimasto ferito da un colpo di fucile all’ala destra, e non riusciva più a spiccare il volo. Gli agenti, dopo aver raccolto e messo a riparo la poiana, hanno avvisato la sezione provinciale della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli). Il rapace è stato così trasportato presso il centro Il Frullone di Napoli, l’ex ospedale psichiatrico che da alcuni anni è stato adibito in parte a centro di recupero della fauna selvatica. Impallinato da uno o più bracconieri, l’uccello ha subito un intervento chirurgico ed è tuttora ricoverato. Nelle prossime ore si saprà se sarà in grado di tornare a volare. Quella della poiana trovata a Pimonte tuttavia è soltanto una delle tante storie di animali selvatici vittime dell’uomo che sono passati, negli ultimi mesi, sul tavolo operatorio dei veterinari dell’ex Frullone. E’ un periodo particolarmente intenso dunque per gli agenti di polizia locale dei Lattari, impegnati nei controlli sull’attività venatoria. Non passa giorno infatti che, nell’area che delimita il Parco, non vengano accertate violazioni amministrative e penali che comportano denunce e il sequestro di armi e animali. Quella di Pimonte infatti non è l’unica operazione registrata negli ultimi giorni. A Casola di Napoli, infatti, la scorsa settimana, i militari del Corpo forestale dello Stato hanno rinvenuto, nei boschi del monte Muto, materiale venatorio fuorilegge contenuto in casse di ferro interrate. Il sequestro è stato effettuato casualmente, perché le forze dell’ordine si trovavano sui Lattari alla ricerca di piantagioni di marijuana. Visto che, proprio in quella località, più volte in passato sono stati effettuati maxi – sequestri di droga. Durante l’escursione, uno dei militari è inciampato in un filo elettrico. Insospettito, ha pensato che potesse essere la traccia lasciata da cacciatori. Infatti, a seguito di ispezioni più accurate, ha scoperto tre botole (poco distanti una dall’altra), che contenevano strumenti in grado di attirare le prede più facilmente. Nelle casse, estratte e sequestrate, il corpo forestale ha recuperato 6 altoparlanti, 200 metri di cavo elettrico e 3 richiami elettromagnetici per uccellagione. Strumenti che, secondo le normative vigenti, possono essere detenuti soltanto per attirare gli animali ai fini di studio. Altrimenti, la pena prevista varia dai 3 ai 6 mesi di reclusione.
Francesco Fusco