Piazza vietata a manifestazioni religiose non cattoliche, è scontro in aula tra Idv e maggioranza. A provocare la battaglia politica, nel corso della seduta del consiglio comunale svoltasi ieri pomeriggio, è stata l’approvazione del nuovo “Regolamento comunale e tariffe per l’applicazione della tassa occupazione spazi ed aree pubbliche”, portato in aula dalla maggioranza guidata dal sindaco Antonio Varone. Tra i vari punti, il regolamento prevede che “l’utilizzo di piazza Vittorio Emanuele II non è consentito per attività di culto diverso da quello cattolico cristiano”. Ciò significa che, nella piazza principale del paese, nessun ebreo, musulmano, buddhista o cristiano che non aderisce alla professione della Santa Romana Chiesa, potrà tenere d’ora in avanti una manifestazione religiosa. Un provvedimento – choc, che non è passato inosservato tra i rappresentanti delle opposizioni. Nel corso della seduta di ieri infatti, è stata discussa la mozione presentata da Donatella Donadio (Idv), e sottoscritta da Giovanna Rispoli, Ciro D’Antuono e Giuseppe Parvolo, con la richiesta di “ritirare il provvedimento”. La proposta però è stata bocciata dall’aula. “Si tratta di una palese violazione dell’articolo 18 della Dichiarazione dei Diritti Umani – ha affermato l’esponente del partito di Di Pietro -, che chiarisce come “ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione”. Tale diritto include la libertà di manifestare, sia in pubblico che in privato, la propria religione. Quello assunto dalla maggioranza pertanto – continua – è un atteggiamento discriminatorio e, per certi versi, di natura medievale. La libertà di religione è fondamentale e non si può ignorare che sul territorio vi siano anche coloro che professano un Credo diverso da quello apostolico romano, penso ai Testimoni di Geova o agli evangelici”. Non si è fatta attendere la replica della maggioranza. “Piazza Vittorio Emanuele II è da sempre attigua alla chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate – afferma il sindaco Varone -, che ha le porte d’ingresso sulla piazza stessa. Con questo provvedimento quindi, abbiamo cercato di regolamentare le manifestazioni religiose, al fine di non creare interferenze con la pratica del culto religioso, e nel pieno rispetto di tutti i culti. Non c’è dunque alcun diniego, anzi è nostro auspicio che i rappresentanti delle varie religioni si confrontino, al fine di elevare il tasso sociale e culturale del nostro paese. Reputo pertanto sterili e demagogiche – conclude – le polemiche sollevate dall’opposizione, visto che quest’amministrazione è stata sempre aperta al confronto”.
Francesco Fusco