Sinistra e Libertà torna all’attacco. Dopo le dimissioni del primo cittadino Enzo Cuomo, che tenterà la corsa al Parlamento, il partito guidato in città da Salvatore Iacomino da il via alla campagna elettorale attaccando l’amministrazione. In un manifesto dal titolo “Cuomo in fuga..”, i componenti di Sinistra e Libertà scrivono: “La politica diventa carriera e nasconde i suoi fallimenti. Tra i tanti nomi di amministratori che hanno rassegnato le dimissioni per cercare un posto in Parlamento, non poteva mancare il nostro ex sindaco Enzo Cuomo. Come forza di opposizione, Sinistra e Libertà non può tacere che questa decisione è stata presa per meri fini personalistici, in spregio agli impegni presi con la cittadinanza tre anni fa”. I componenti del partito guidato da Nichi Vendola spiegano perché – a loro avviso – Cuomo abbandona Portici: “Il sindaco abbandona dopo aver: Aumentato le tasse cittadine; consegnato Portici e i suoi cittadini ad un destino di precaria sanità con la richiesta di passaggio della nostra citta nell’Asl Na3 sud; diminuito ancor di più gli spazi pubblici, dando in comodato d’uso il piano terra di villa Savonarola per sei anni ad una scuola di canto (che ci costerà tra l’altro 75mila euro); sistemato gli ultimi disoccupati eccellenti (vedi gestione Gosaf); insultato la tanto decantata legalità con una discutibile gestione dell’Antiracket porticese; disatteso gran parte del programma elettorale sottoscritto nel 2009. Il sindaco Cuomo fugge per non rispondere della cattiva amministrazione esercitata negli ultimi tre anni”. Accuse durissime che seguono quelle lanciate nella scorsa estate durante la “guerra dei manifesti”, che coinvolse tutte le coalizioni porticesi in un botta e risposta mediante l’affissione di manifesti. Sinistra e Libertà si conferma la vera spina nel fianco del partito Democratico e del (ex) sindaco Enzo Cuomo, affermandosi come vera opposizione grazie anche all’assenza totale (o quasi) del centrodestra cittadino.
La replica. A rispondere alle accuse lanciate da Iacomino & Co. è stato Sergio Vigilante, presidente dimissionario dell’associazione Antiracket di Portici. Nella fattispecie, Vigilante – indagato per favoreggiamento sulla base di alcune dichiarazioni dei pentiti del clan Moncavallo – risponde ai componenti di Sel sul punto della legalità: “I componenti di Sinistra e Libertà si proclamano giudici sentenziandomi prima che la magistratura lo faccia. Ricordo a questi signori, che fino a prova contraria sono innocente e nell’arco degli anni ho raccolto trentatre denunce per reati di estorsione e usura, oltre sessanta camorristi affidati alle patrie galere, siamo costituiti parte civile in molti processi, ho ascoltato oltre cinquecento persone e mi ritrovo indagato per favoreggiamento proprio con le persone che sono costituito parte civile. Quindi prima di sentenziare, che imparassero ad essere persone serie, so che in politica è difficile ma per lo meno ci provassero. Premetto che non appena ho ricevuto l’avviso di conclusione di indagine – continua Vigilante – dove mi si contestava il reato di favoreggiamento, immediatamente mi sono dimesso per non sporcare l’immagine dell’associazione. Non conosco nessuno, in ambito locale, che si sia dimesso dal proprio incarico a seguito di una indagine”.
Andrea Scala