San Giuseppe Vesuviano, primo comizio elettorale di Roberto Duraccio

Si è tenuto ieri sera, in piazza Santa Maria la Scala a San Giuseppe Vesuviano, il primo comizio elettorale di Roberto Duraccio, candidato sindaco di Jamm e Mo Bast per le elezioni amministrative di San Giuseppe Vesuviano del 28 e 29 Ottobre 2012.

Un comizio in cui si sono toccati dei temi molto forti, allietato dalla musica degli Scetapopolo e da un assaggio di prodotti tipici locali.
Ad aprire gli interventi è Giorgio Veturo, capolista di Jamm: “Abbiamo scelto come motto di questa campagna elettorale “un paese normale”. Non chiediamo niente di eccezionale, solo quello che ci è dovuto. Ci hanno messo nelle condizioni di parlare male del nostro paese: per due volte il comune è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche. Ancora, in questa campagna elettorale, c’è chi ha la spudoratezza di sostenere certe candidature. In questo paese la stragrande maggioranza delle persone si alza la mattina per andare a lavorare senza dover ringraziare nessuno. Eppure veniamo trattati da sudditi. Dobbiamo essere noi padroni del nostro destino. Provate a spulciare le nostre liste: non troverete un solo candidato che non sia degno di portare avanti i progetti che condividiamo. Abbiamo un solo obiettivo: cambiare questo paese. Perchè, se si vuole, si può”.
Francesco Servino, capolista di Mo Bast, apre il discorso con le parole di Roberto Saviano: “L’obiettivo di chi detiene il potere da anni è quello di far credere alla gente che tanto sono tutti uguali. Si vota un politico per avere un favore, ma in cambio di quell’unico favore ci viene tolto tutto il resto. In cambio di un solo favore si comprano tutto, e non siamo in grado di pretendere più niente. Certe cose ci spettano di diritto, non sono favori che ci fa qualcuno” e aggiunge “In un paese normale non si muore di leucemia a 11 anni e non è condannato a morte chi resta perchè l’aria è irrespirabile. Ma quale favore andate trovando dal chirurgo una volta che vi siete ammalati? Vi ha dato una cosa e vi ha tolto tutto il resto. Sbagliate se pensate che l’unico modo di opporvi a questo sistema è quello di non andare a votare perchè in questo modo lasciate campo libero alle stesse persone, ai partiti che da destra a sinistra si sono mangiati il paese e ancora non sono sazi. Nelle mani dei partiti San Giuseppe Vesuviano è morto”. E poi un ricordo a Pasquale Romano, ultima vittima innocente della camorra: “Dobbiamo offrire un’occasione di riscatto per le nostre terre, conosciute ormai soltanto per la camorra: un’intera giunta sciolta per mafia nel 2009 ricandidata interamente nel PdL è una vergogna”.
A prendere la parola è Gennaro Barbato, candidato di Jamm: “Passeggiando per questi vicoli e per queste stradine fino a pochi giorni fa sentivo solo puzza di fumo e di spazzatura. Ora si sente odore di capretto arrosto e di frittura di pesce: ma non è che è passato Batman? Ma non quel Batman della Regione Lazio, un altro Batman che sta qui. Insieme a voi cittadini onesti è arrivato il momento di dire Mo Bast! Nei manifesti siamo stati molto chiari: non siamo nè bianchi, nè rossi, nè neri, nè biondi. Nella vita ci vuole coraggio: il coraggio che chiediamo ai cittadini è quello di riflettere bene su chi votare. Nell’arco di un solo minuto corriamo il rischio che ci vengano a togliere pure le salsicce che abbiamo appese in casa. Bisogna mettere da parte tutti coloro che hanno distrutto il territorio più bello a livello mondiale, perchè il Parco Nazionale del Vesuvio è archeologia, storia e commercio. E’ stato toccato il fondo, adesso si può solo risalire. Il popolo, la gente semplice, è con noi: i 25 consiglieri candidati di Jamm e Mo Bast sono 25 gladiatori”.
Angelo Di Prisco, della lista Mo Bast: “Speriamo che San Giuseppe Vesuviano si svegli veramente e che il fuoco del cambiamento venga fuori. Noi siamo diversi perchè non abbiamo accettato compromessi con nessun partito, nè ora nè mai. Molti di noi vengono dai movimenti ambientalisti e antidiscarica: siamo quella parte propositiva che non si è limitata alle sole proteste ma ha combattuto per un piano alternativo di gestione dei rifiuti. Abbiamo combattuto Pecoraro Scanio, il ministro Prestigiacomo: non accettiamo nessun partito perchè hanno distrutto il nostro territorio. Sono un insegnante di sostegno, per cui il mio pensiero va ai diversamente abili. E non solo, anche agli anziani, ai giovani e ai bambini appena nati. Molte madri sono dovute andare in Svizzera per allattare, perchè il nostro latte è pieno di diossina. La politica è il latte dei popoli: se è tenuto bene è fonte di nutrimento, ma se è tenuto male diventa un veleno. E a San Giuseppe la politica ci ha avvelenati! Apriamo le porte al vero cambiamento. Non bisogna avere paura di cambiare perchè sicuramente c’è solo da migliorare”.
Un ringraziamento particolare va al presidente di Mo Bast, Pietro Avino, da anni impegnato nell’ambiente e nella difesa dei diritti dei cittadini, che interviene dicendo: “Abbiamo portato avanti tante lotte: combattiamo dal 2007, quando Prodi individuò la discarica a Terzigno, e abbiamo combattuto Berlusconi quando ce l’ha imposta. Abbiamo combattuto per il distretto sanitario, abbiamo combattuto contro i fanghi e il cartello delle assicurazioni, vere e proprie estorsioni ti di stato. Chi sono le assicurazioni? Sono i partiti, collegati alle banche. I partiti, collegati alle banche, ci chiedono ogni anno una tangente di Stato di 3000-4000 euro per assicurare in media due auto a famiglia. Chi dovrebbe controllare è l’ISVAP. Sapete chi è l’ISVAP? Sono tutti i partiti al Governo”.
Prende la parola il candidato sindaco Roberto Duraccio: “Santa Maria la Scala è un quartiere che deve essere preso a modello: qui ci sono volontari in associazioni religiose, e non, che prestano la loro opera 24 ore su 24 al servizio degli altri. La scelta che la nostra coalizione ha fatto non lascia ombra di dubbio: è una scelta fuori da ogni logica di partito, con persone pulitissime che non hanno avuto nulla a che fare con l’amministrazione di questo paese. Questo paese è stato diviso in fazioni, mentre qualcun altro faceva i comodi suoi. Il paese non si governa come se fossimo dei re, ma si governa con l’aiuto dei cittadini. San Giuseppe Vesuviano deve tornare ad essere un paese virtuoso, un modello dell’area vesuviana, e può diventarlo grazie alla volontà e all’intraprendenza del popolo. Vogliamo ripartire dalle eccellenze del nostro territorio. Una delle prime proposte di cui questo movimento si fa carico è legata l’edilizia: la nostra proposta è semplice, sanare le cinquemila pratiche di condono inevase in questo comune. In questo modo un’impresa in difficoltà ha la possibilità di vedersi riconosciuto il valore reale dell’immobile: in questo momento un cittadino di San Giuseppe Vesuviano che si reca in banca riceve una sonora risata in faccia. Dobbiamo rilanciare l’economia dei nostri territori. Un problema grave che affligge la comunità è quello dei rifiuti. Abbiamo in mente tre proposte per abbattere subito la produzione di rifiuti: il compostaggio domestico, la casa dell’acqua, dove i cittadini possono acquistare a bassissimo costo acqua liscia depurata, leggermente frizzante e frizzante, e convocare i supermercati e la grande distribuzione per diminuire gli imballi, riorganizzando gli orari di raccolta per gli esercizi commerciali. L’amministratore di questo paese, lo dico in dialetto, deve “scapizzare” nei rioni, deve sapere quali sono i problemi delle periferie. Prima di redigere il bilancio bisogna andare nei rioni, parlare coi cittadini e capire dove è necessario intervenire. Noi siamo gli stessi che si sono mossi per i referendum, siamo gli stessi che hanno raccolto mille litri di olio da avviare al recupero, sottraendoli alle falde acquifere. Alle spalle di Santa Maria la Scala c’è un pezzo di pineta comunale che noi abbiamo intenzione di restituire ai cittadini: dobbiamo recuperarlo e destinarlo alle mamme e ai padri che vogliono portare i figli a giocare e respirare aria pulita. Mi permetto, da medico, di parlare della questione tumori: la morte non ha tessere di partito. Colpisce tutti e non guarda il censo, chi ha soldi e chi non ce l’ha. Con le energie a nostra disposizione abbiamo messo a punto un piano di monitoraggio dei roghi tossici. I dati provenienti da San Giuseppe Vesuviano sono agghiaccianti, con medie che sono molto al di sopra di quelle nazionali. Io penso che scappare da questo paese sia una sconfitta. Abbiamo esempi di sangiuseppesi modello: Annibale Giordano, il cui busto è in un museo francese, Enzo Bonagura e Don Gino Ceschelli. Non vogliamo essere la prima generazione a essere maledetta dai propri figli perchè gli abbiamo lasciato la morte. Il disastro perpetuato negli ultimi 20 anni in questo paese è sotto gli occhi di tutti. Basta!”.
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