Paura e delirio a Torre Annunziata. La notte festiva del 22 ottobre si tinge di giallo in seguito alla notizia di una sparatoria avvenuta in un luogo, a tutt’oggi, imprecisato.
Infatti, mentre la cittadinanza si perdeva tra una bancarella e l’altra, accompagnata nel cammino dalle luminare, alcuni colpi di pistola l’hanno costretta a risvegliarsi dal sogno di un giorno diverso per tornare alla dura realtà. Quale? Quella di una città difficile, ricca di contraddizioni e ancora oggi soffocata dalla criminalità e costretta a convivere con l’inciviltà. Perché sono proprio questi ultimi due i mali che, ieri sera, hanno dimostrato la debolezza della città oplontina: difatti, sono bastate poche voci per trasformare una giornata di festa in un incubo terribile.
I colpi esplosi, secondo la maggior parte delle fonti, da due ragazzi in piazza Cesaro con le loro pistole giocattolo sono sintomatici della realtà torrese: dove, fin da piccoli, s’impara a risolvere i problemi non con le parole ma, ben più semplicemente, con la violenza. Ovviamente, non bisogna cadere nelle banali generalizzazioni, scivolando nei luoghi comuni secondo i quali è meglio abbandonare la nave in avaria che tentare di stabilizzarla, ma una riflessione sul valore civico andrebbe effettuata.
Marco Seppone