Il fuoco della speranza si è acceso ieri sera a Torre Annunziata, ridando luce a una città che rischiava di perdersi al nel buio della paura.
La parte buona della popolazione olpontina ha voluto testimoniare la propria presenza, mettendo in mostra la volontà di cambiare e dare il via al miglioramento della città. L’idea, nata in poche ore dalle parole di don Pasquale Paduano, è riuscita a coinvolgere tantissime persone, soprattutto giovani, che, partendo dalla chiesa del Carmine, hanno marciato tra le strade torresi fino a giungere alla basilica della Madonna della Neve.
Un gesto simbolico ma capace di scuotere una città che ha ancora negli occhi la folle serata del 22 quando, in seguito a una lite, due ragazzi hanno fatto esplodere colpi, probabilmente a salve, tra la folla. Una giornata che avrebbe dovuto unire l’intera popolazione sotto il ricordo della Madonna si è trasformata, in pochi minuti, in un incubo capace di sconvolgere e segnare l’intera cittadina. Nonostante la grande umiliazione Torre sembra non volersi arrendere di fronte alla prepotenza dell’inciviltà e all’arroganza della malavita che tutt’oggi, purtroppo, continuano a molestarla.
A sfilare tra le strade di Torre, però, sono state anche le forze dell’ordine che, onde evitare la riproposizione di spiacevoli eventi, hanno completamente blindato la città per garantire la corretta fruizione della serata e far sì che la festa potesse continuare. Obiettivo quest’ultimo ribadito, tramite un comunicato, anche dal sindaco Giosuè Starita il quale, affermando come sia da scartare completamente l’ipotesi camorristica dietro alla sparatoria, ricorda che “famiglie, bambini, giovani e anziani hanno il diritto di vivere la città”.
Prendendo spunto dalle parole di don Pasquale Paduano non ci resta che riporre la fiducia “in quei giovani che hanno acceso la lampada impegnandosi a essere dei buoni cittadini, loro che sono il futuro di questa città, il riscatto”.
Marco Seppone