Come nel film “Gomorra”: rifiuti tossici fatti passare per concime

Terreno sequestrato nel casertano a Trentola Ducenta: Elio Roma e Nicola Mariniello sono indagati per attività di gestione di rifiuti non autorizzata, attività organizzata per il traffico illecito e disastro ambientale, aggravati dal fine di agevolare il gruppo Bidognetti del clan dei Casalesi. I rifiuti tossici, che dovevano essere trattati nell’impianto di compostaggio gestito dalla società RFG, intestata al figlio di Roma, finivano, invece, direttamente nei terreni agricoli del Casertano, individuati anche grazie ad alcuni collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi. I contadini, alcuni conniventi, ricevevano denaro per lo sversamento dei riiuti. Ad altri, non a conoscenza dell’attività illecita, veniva riferito che si trattava di concimi e fertilizzanti. L’Antimafia di Napoli che ha svolto le indagini ha individuato terreni contaminati da arsenico ed altre sostanze tossiche.

“La Regione Campania – denunciano gli esponenti campani dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli, Vincenzo Peretti e Carmine Attanasio intervenendo sulla nuova inchiesta dalla Squadra mobile di Caserta che svela un traffico di rifiuti dei clan di Gomorra nel settore agroalimentare – deve predisporre delle immediate analisi a tappeto per verificare se ed in che modo sono entrati nel circuito alimentare i prodotti agricoli trattati con concimi e fertilizzanti tossici nel casertano provenienti da finti impianti di compostaggio al nord. Un bussiness milionario gestito da imprenditori vicino alla criminalità che in modo cosciente e spregiudicato hanno probabilmente avvelenato le nostre tavole oltre ad aver provocato l’ ennesimo disastro ambientale. Potremmo infatti trovarci di fronte ad una intossicazione di massa con gravi ripercussioni per la salute e con conseguenti esposizioni a gravi malattie tumorali per i cittadini campani e non. Gli autori ed i complici di questo sconcio devono passare il resto dei loro giorni in galera visto che con le loro azioni coordinate con il clan dei Casalesi hanno permesso l’ ingresso di prodotti della terra tossici nella catena alimentare locale e nazionale”.
“Adesso è più chiaro il perchè non si vogliono realizzare i siti di compostaggio in Campania – concludono i Verdi Ecologisti – gestiti direttamente dal pubblico.
Inotre denunciamo la presenza di campi coltivati nei pressi dell’ inceneretore e delle ecoballe di Acerra ( come denuncia la foto allegata sconvolgente di Ettore Guerrera dei Verdi Ecologisti ). Noi chiediamo che queste coltivazioni siano immediatamente trasformate in no food ( esempio fiori ) ed in impianti fotovoltaici. Attorno agli inceneritori e alle ecoballe non si possono autorizzare le coltivazioni di cibi che poi finiscono nelle nostre tavole”.

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