Siamo qui a raccontarvi una favola d’altri tempi, di quando Biancaneve molti anni dopo il matrimonio con il principe azzurro tornò a trovare i suoi amici nani.
Biancaneve si distese lungo la costa del mare, tra il delta del fiume ed ai piedi della montagna. Purtroppo gli anni trascorsi le si leggevano tutti sul viso, lei stessa si sentiva stanca, consumata abbandonata dalla forza della gioventù.
Mentre il sole la baciava e le acque del mare le bagnavano i piedi si avvicinò un vecchio amico, il nano Cucciolo.
Con stupore di Biancaneve Cucciolo non era ancora invecchiato, ma qualcosa lo faceva apparire incompleto.
Con affetto si salutarono e Biancaneve chiese a Cucciolo perché dopo tanti anni ancora non sembrava completo.
Cucciolo rispose: “ Cara Biancaneve il principe, tuo marito, mi autorizzò a costruire un nuovo porto sulla costa. Sapeva che il mio desiderio era di custodire barche e di accogliere turisti e quanti volessero usufruire delle opere a terra che volevo realizzare: cinema, musei e ristoranti. Ma purtroppo non ci sono riuscito. E dire che avevo anche le risorse economiche. Ma purtroppo Lui si è voluto intromettere nel mio progetto e più nulla sono riuscito a fare…”
Biancaneve chiese a Cucciolo questo Lui chi fosse.
Cucciolo allora disse: “Lui è l’ultimo nano arrivato. Un nano…”
Mentre Cucciolo parlava arrivò Mammolo, altro nano amico di Biancaneve.
Mammolo si presentava trasandato, abbandonato e deluso.
Biancaneve nel salutare Mammolo chiese spiegazioni di cosa gli fosse accaduto e il nano rispose: “ cara Biancaneve mi dispiace presentarmi così ma purtroppo sono anni che mi sento abbandonato. Avevo una florida attività di attracco navi, funzionavo come porto commerciale e per traghetti. Un paio d’anni fa dovevo rimodernarmi ma da quando è arrivato Lui si è fermato tutto. Con arroganza e superbia, noncuranza e tracotanza mi ha imposto a cambiare il mio progetto, raccontandomi che il precedente era minato da imperfezioni e che per smania di realizzarlo avevo coinvolto una società di mascalzoni. Ho dovuto così cambiare il progetto ed ad oggi ancora non ho realizzato nulla. Ed addirittura sono stato costretto, purtroppo, ad affamare i lavoratori che con me avevano un futuro. Ed oggi sono disperato perché sento il peso di 17 famiglie sull’orlo del baratro.”
Biancaneve cominciò allora a preoccuparsi perché per la seconda volta questo Lui aveva arrecato danno ai suoi piccoli amici.
Fu allora che si avvicinò il terzo nano, Eolo. Lui che era sempre andato fiero della sua attività di operaio ferrotranviere oggi era triste e senza tuta.
Biancaneve stupita gli chiese lumi ed Eolo rispose: “Cara Biancaneve sono ormai anni che non lavoro più. Avevo un progetto e quando Lui è arrivato si è dichiarato sicuro che nel giro di un anno avrebbe risolto tutti i miei problemi, ed avrebbe fatto in modo che i miei operai si formassero e potessero avere un futuro sicuro. Pensa che oggi, invece, di progetti manco l’ombra ed addirittura ha tentato di non far passare manco più i treni per il nostro territorio!”
Biancaneve cominciò a questo punto a spazientirsi, ma prima che potesse fare altre domande si presentò Brontolo che, come al solito, prendendo subito la parola esclamò: “Bentornata cara Biancaneve. Dovresti sapere cosa accade qui. Io costruivo navi, l’orgoglio del nostro territorio. Mille e più nani lavoravano con me. Le navi più belle della marina del re costruivamo. Poi la crisi. Lui aveva promesso di aiutarci ma a stento adesso ci saluta, non ci accoglie e non è mai pronto con i documenti che occorrono. Stiamo fallendo. Il re non ci commissiona più navi e tanti nani non lavorano più con me. E Lui che cosa fa? Aveva promesso che ci avrebbe pensato, che sarebbe andato dal re a far sentire la sua voce, diceva che il re era amico suo. Invece? Quando ci ha incontrato manco un bacino ci ha dato. Solo fumo e delusioni”.
Biancaneve rimase pervasa da stupore ed indignazione, ma non poté fare altro che ascoltare il sopraggiunto Dotto: “Cara amica, quasi non ho più la forza di salutarti. Senza un aiuto sono alla fine dei miei anni. Lui aveva promesso di aiutarmi e lo continua a dire ogni giorno. Ma le medicine che mi ha somministrato risultano nocive ed aggravano ancora di più il mio stato di salute. A causa sua non faccio più cure termali. Mi fa somministrare strane pozioni da dottori-stregoni amici suoi. Il psico-nano Yoyolo, lo stregone Nonsalzapiù ed uno svagato straniero, Trevisannolo, uno strano che quando parlava manco capivo cosa mi dicesse… ma questi soggetti hanno solo peggiorato la situazione. Hanno solo preso soldi da me e mi hanno rifilato un sacco di bugie. Manco le cure dall’ASL sono riusciti a farmi assegnare. E la mia numerosa famiglia sta morendo insieme a me…”
Biancaneve scoppiò in lacrime ed inorridita dalle gesta di questo Lui, senza proferir parola, accolse Gongolo: “Ciao Biancaneve. Scusa se puzzo ma sai che raccolgo rifiuti e da quando è arrivato lui non riesco a togliermi questo tanfo di bisunto. Prima riuscivo a svolgere il mio lavoro con serenità, con difficoltà di ogni tipo ma in onestà, e senza subire persecuzioni. Da quando Lui è riuscito a far gestire il gruppo di nani raccogli-rifiuti a tutti i suoi amici nulla ormai è più come prima. Assunzioni, forniture e piani industriali nascono come i funghi, e si disperdono come il fumo, senza programmazione o coinvolgimenti dovuti. Per non parlare poi dei premi dati ai nani. Chi si piega al suo volere è premiato, chi difende i lavoratori o i propri diritti viene punito e perseguitato. Biancaneve ti prego fa intervenire il Principe supremo altrimenti falliremo anche noi!”.
Biancaneve, a questo punto, si imbufalì, ma notò che ancora doveva giungere il settimo nano, Pisolo. E fu così che chiese lumi a tutti i nani presenti che all’unisono risposero: “ Cara Biancaneve, noi siamo usciti di casa e Lui aveva promesso di svegliarlo, per far in modo che anche Pisolo potesse lavorare e portare benefici al nostro territorio. Pisolo doveva lavorare di PIU per l’EUROPA tutta. Ma Lui dopo le promesse, prova ad indovinare come si comporta? Orbene, lo lascia dormire e non lo sveglia, e spesso lo rimette a dormire quando gli altri provano a svegliarlo! Sono anni ormai che aspettiamo il piano maestro per capire Lui cosa vuol far fare a Pisolo, ma, per tutta risposta otteniamo solo promesse e bugie…”
Biancaneve allora stupita, e ancor più indignata, chiese ai nani perché ancora non avessero provveduto a cacciare via a pedate questo Lui e la sua holding: “Lui è un nano malvagio ed ha pochi amici ma molto molto cattivi, risposero in coro i nani. In particolare il nano Devitolo, gran regista del nulla, la moglie del re magio Baldassarre, il nano Cajannolo, ed infine ha sempre con se la sua personale scorta, anche se nessuno lo minaccia. Immagina che dalla scorta si fa accompagnare addirittura in palestra!”.
E fu così che nel mentre parlavano, d’improvviso, i nani si zittirono tutti. Dal bosco emerse, maestosa, la figura di un altro nano. Tutto palestrato, impettito, con muscoli di pietra e petto di acciaio, tutto pieno di sé. Una nube di fumo scuro lo avvolgeva ed un sigaro faceva ombra alla sua presenza.
“Piacere. Tu devi essere Biancaneve. Io sono il nuovo nano che comanda qui. Mi chiamo OBBROBBIOLO. Non pensare che, solo perché sei la moglie del Principe azzurro e perché ami questo territorio, tu possa cambiare le cose. Ormai qui ci sono io e non ho alcuna intenzione di andare via. Anche se nessuno mi vuole più, io non me ne andrò. Io sono nel giusto e sono la legge! Anzi adesso troverò il modo di perseguitare anche te. E non potrai scappare in nessun modo. Né con i cavalli né con il treno. Quello poi lo distruggerò!”
Biancaneve, a questo punto, non ne poteva proprio più. E fu così, che rivolgendosi ai nani ed a tutte le creature della foresta esclamò: “Coraggio piccoli amici miei. Noi amiamo il nostro territorio, le nostre professioni rappresentano il nostro futuro, il mare, il fiume ed i boschi sono la nostra ricchezza. Uniamoci e tutti insieme scacceremo per sempre questo OBBROBBIOLO dalle nostre vite”.
Fu così, che trovato il coraggio e la forza dell’unione, gli abitanti del territorio del Castello e del mare scacciarono, definitivamente, una volta per tutte il perfido, ed insipiente, nano OBBROBBIOLO. Lo fecero con la forza delle idee ed il coraggio dei folli, combattendo per il proprio futuro, con le armi dell’onestà e della democrazia, della solidarietà e della vera legalità.
La Nuova Medusa