Domani il consiglio comunale di Napoli si terrà davanti palazzo Chigi

Il consiglio comunale di Napoli del 30 ottobre si terrà davanti palazzo Chigi. L’iniziativa simbolica è stata è stata promossa dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris per protestare contro il decreto salva-comuni, ma anche per proporre delle modifiche da apportare allo stesso.

 Per i comuni in fase di predissesto (tra cui figurano anche Torino e Alessandria) le norme contenute nel decreto salva comuni sono, a detta degli amministratori locali, a dir poco proibitive per il governo delle città. Soprattutto per Napoli la situazione appare drammatica: un miliardo e 300mila euro di debiti pregressi, maturati dalla passata amministrazione Iervolino e circa 800mila euro  di crediti non più riscuotibili da parte del comune di Napoli (multe e sanzioni varie).

Il salva comuni prevede, anzi impone il rientro dal debito in 5 anni e, in caso il sindaco ritenesse opportuno avviare lo stato di predissesto, sarà possibile accedere al fondo di rotazione ovvero 100milioni di euro da restituire in modalità e tempi precisi. Il sindaco de Magistris ha inviato a tutti i parlamentari campani le proproste di modifica del decreto, maturate anche con il confronto dei capi gruppo in consiglio comunale.

 

300milioni per il fondo di rotazione (anche se si punta a 500) e debito spalmato su 10 anni: queste le richieste di modifica principali per cercare di continuare a governare una città estremamente complessa come Napoli. C’è da precisare che se il sindaco ritenesse opportuno accedere alle procedure di predissesto, che permetterebbero di accedere al fondo di rotazione, nessun investimento per servizi non essenziali sarà più possibile: per questo motivo pochi giorni fa l’ACEA, la società che gestisce l’evento Coppa America, ha fatto trapelare alcuni dubbi sul voler puntare ancora su Napoli come città ospitante la prossima tappa. Tuttavia sia il sindaco che il goverantore Caldoro stanno lavorando per trovare i finanziamenti giusti per non perdere un’occasione che si è già rivelata molto redditizia in termini di guadagni e turismo.

Tuttavia al consiglio comunale a Roma hanno deciso di non partecipare i componenti dei gruppi consiliari di PDL, PD e FLI: decisione arrivata dopo il diktat dai rispettivi partiti, visto che in conferenza di capigruppo tutti i gruppi consiliari avevano dato il loro assenso a partecipare alla trasferta simbolica romana.

Il presidente del consilgio comunale di Napoli, Raimondo Pasquino appartenetente alle fila dell’UDC ha affermato: “Nessun imbarazzo con il partito, andiamo a Roma per chiedere che le nostre richieste siano ascoltate – ha affermato alla stampa – Vogliamo tutti il bene di Napoli e dobbiamo evitare polemiche e strumentalizzazioni in un momento cosi delicato”

“Il 30 ottobre andiamo a Roma, in piazza Montecitorio, come portatori degli interessi dei napoletani. La città vuole che si sblocchi la situazione economica perchè questo significa risorse per cantieri, lavoro, diritti, lotta alla camorra. – ha affermato de Magistris –  Chi si sfila da questa iniziativa, secondo me, agisce contro gli interessi della città. A chi decide di non partecipare, rivolgo l’appello di evitare la polemica o la strumentalizzazione politica, perchè il nostro solo obiettivo è la difesa degli interessi dei cittadini, manifestando contro un decreto che ammazza i Comuni, non solo quello di Napoli.  La volontà è infatti – ha concluso de Magistris in una nota – quella di sensibilizzare il Governo perchè corregga il decreto relativo ai comuni in pre-dissesto finanziario, permettendoci di governare senza il fardello di una condizione economica pesante e ingiusta ereditata dal passato e che minaccia le nostre comunità”

 

Anche il consigliere Francesco Vernetti (IDV), che abbiamo avuto modo di incontrare, ha affermato: “Il governo Monti non può fare di tutta l’erba un fascio, deve tener conto che qui a Napoli stiamo facendo i salti mortali per far quadrare i conti. Abbiamo già svenduto gran parte del patrimonio immobiliare di proprietà del Comune, abbiamo riscosso i fitti passivi per un risparmio annuo di oltre 700milioni di euro e ora ci apprestiamo a vendere anche il patrimonio comunale (gli uffici) per un totale di circa 230 milioni.”

Anche il governatore Stefano Caldoro non è soddisfatto delle norme del governo per i grandi enti. Ha inviato infatti una lettera al presidente Monti chiedendo di rivedere alcune norme contenute nella spendig review.

                                                                                                  Mario De Angelis 

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