Esposito (Sel): “Mentre la politica litiga, la camorra ingrassa”

La lettera aperta del consigliere comunale Francesco Saverio Esposito (Sel): “Mentre la politica litiga, la camorra ingrassa”.

“In Campania non c’è solo Scampia. Ci sono tante piccole Scampie che merito di essere scrutate. Sulle quali servono i riflettori. Mentre le luci delle tenebre e della paura fanno perdere ogni speranza a chi vi abita. Questo intervento non è per fare retorica ma un grido disperato di allarme perché in tanti territori si vive di criminalità e si rischia di morire di criminalità.
Sono nato e vivo in un popoloso quartiere di Castellammare di Stabia il rione c.m.i. ex quartiere operaio, dove una volta esistevano le industrie e la loro crisi vide i figli degli operai prendere altra strada. Per un certo periodo era un vero e proprio bronx dove la camorra si vedeva, la si alitava, la si sentiva, era parte del tessuto sociale ed era l’unico “ente” riconosciuto da tutti.
Con il passare degli anni, grazie al lavoro delle forze dell’ordine, ma anche grazie al volontariato, al lavoro che in tanti hanno fatto, il mio è diventato un quartiere tranquillo. Sento nell’aria però, un ritorno al passato. C’è fame, tanta fame. Me ne accorgo non solo per il lavoro che svolgo, ma perché vedo tanti ragazzi in strada, a tutte le ore. Sento che c’è un cambiamento, ma in NEGATIVO. Da un lato c’è la crisi, quella europea e quella più nostrana. Fincantieri, terme, Avis, una crisi unica nella sua storia che con fa ben sperare. Ma c’è anche un altro serio problema che è culturale: l’imitare il più forte. Una volta il camorrista era quello da temere ma da evitare. Oggi è “uno buono”. In tanti si fanno accecare dal lusso, la bella vita, i vestiti firmati, vedo un tentativo, anche nei giovani delle famiglie più umili di imitare il più forte. Questo anche essere accettati in una società che andrebbe cambiata nell’ anima. Questa è la cruda verità. Troppe liti, poca coesione in questi anni che hanno fatto perdere la bussola. Serve lavoro, lavoro, lavoro ma non solo. Serve una politica di recupero vero dei minori. La dispersione scolastica aumenta ed anche se c’è chi dice che con la cultura non si mangia, nelle periferia del mondo bisognerebbe mangiare più cultura. Serve un sistema di welfare adeguato. Se non vogliamo far ritornare la bella Castellammare ai tempi della faida o delle mire cutoliane, abbiamo il dovere di provarci”.

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