Sorrento, libro sulla “Passione e morte di un giornalista scomodo”: incontro con De Stefano

E’ previsto per Sabato 10 Novembre, alle  ore 17.30, presso la sala Consiliare del Comune di Sorrento, l’incontro con il giornalista e scrittore Bruno De Stefano autore del libro “Giancarlo Siani passione e morte di un giornalista scomodo” di Giulio Perrone Editore.

L’evento si è reso possibile grazie all’imprimatur dell’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Sorrento, e con collaborazione degli “Glieventi” di Carolina Ciampa. Il Sindaco Giuseppe Cuomo saluterà i presenti insieme e, successivamente, d insieme all’autore interverranno, l’assessore alle Pari Opportunità Maria Teresa De Angelis, il giornalista già redattore capo de “Il Mattino” Antonino Pane, Il giornalista de Il Mattino prof. Antonino Siniscalchi ed  Angie Cafiero.

 

Bruno De Stefano: Giornalista professionista, è nato a Somma Vesuviana (Napoli) nel1966. Haseguito la cronaca nera e giudiziaria per diversi quotidiani tra cui «Paese Sera» e «Il Giornale di Napoli» e per il settimanale “Metropolis”. Ha lavorato per «Corriere del Mezzogiorno», «City» e il «Corriere della Sera». Attualmente lavora per i quotidiani del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera.

Tra le sue pubblicazioni: Napoli criminale, I boss della camorra, La casta della monnezza, La penisola dei mafiosi e 101 storie di camorra che non ti hanno mai raccontato, tutti per l’editore Newton Compton. E’ stato tra i curatori dell’antologia sulle mafie Strozzateci tutti (Aliberti editore) che nel2010 havinto il “Premio Giuntella”. Nel settembre del2012 havinto il Premio Siani con “Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo”.

 

La Storia

“Il libro che riapre gli interrogativi sulla morte del giornalista campano ucciso trent’anni fa dalla camorra e avanza nuove ipotesi”. Perché è stato ucciso il giovane Giancarlo Siani?

«I processi e le sentenze hanno stabilito che Siani è stato trucidato per aver scritto che il clan Nuvoletta aveva venduto il boss Valentino Gionta ai carabinieri, facendolo arrestare: una manciata di righe che non contengono nessuna verità sconvolgente. Ma il ventiseienne Siani stava raccogliendo materiale sui rapporti tra camorra, politica e affari. e stava scrivendo un libro, di cui non c’è traccia. Qualcuno lo ha tradito da vivo e anche da morto».

Di Giancarlo Siani, giovane cronista del Mattino, ammazzato il 23 settembre del 1985 si sa poco o niente, è diventato – giustamente – uno degli eroi della lotta contro la camorra, un emblema per la ricerca della verità, ma del suo lavoro, del suo impegno, delle sue aspirazioni, e soprattutto di quelle faticose indagini che hanno condannato killer e mandanti per il suo omicidio non si sa quasi nulla.

Bruno de Stefano, ha cercato di andare oltre la semplificazione che ha trasformato Giancarlo Siani in un “giornalista-eroe” giustiziato per avere svelato le trame segrete della camorra. Leggendo gli atti delle inchieste, emerge, infatti, una storia assai più complicata nella quale si mescolano omissioni, depistaggi, inspiegabili vuoti di memoria, impacciate contraddizioni.

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