Una svolta per il decreto salva Comuni? Non ancora, o meglio, non nel caso di Napoli. E’ in sostanza quello che afferma il sindaco de Magistris, dopo che il governo ha ratificato la modifica della somma del fondo di rotazione per gli enti in predissesto economico. 200 euro per cittadino, quindi circa 200milioni di euro totali saranno elargiti al Comune di Napoli, da parte del governo Monti.
“Un segnale molto flebile, di attenzione sì, ma assolutamente insoddisfacente” – ha commentato il sindaco di Napoli. “Ho già rappresentato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – ha affermato – che è assolutamente insoddisfacente”. “Noi abbiamo bisogno – ha aggiunto – che la somma non sia assolutamente inferiore a 350 milioni di euro e che il debito si possa spalmare tra i 10 e i 15 anni. Meno di questa somma – ha concluso – significa sostanzialmente non far nulla, o quasi nulla.”
In questo senso buone notizie arrivano dal segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa: “Siamo al lavoro affinché il Comune di Napoli abbia le risorse sufficienti per poter andare avanti”. Cesa ha inoltre ricordato che “venerdì’ in commissione è già stato approvato l’allungamento del rientro del debito da 5 a 10 anni”. Il consiglio comunale simbolico a Montecitorio, i frequenti contatti con i parlamentari campani (Formisano e Barbato (IdV), Mazzarella, Piccolo e Ciriello (Pd), e quindi la pressione sulle forze di governo, pare stiano dando i loro frutti, anche se in molti vogliono essere cauti.
Intanto è stato approvato in giunta il rendiconto del bilancio 2011 che certifica ufficialmente il deficit del Comune di Napoli: si incassano 850 milioni di euro in meno di quanti se ne spendono. La giunta in ogni caso ha cancellato 874 milioni di crediti oramai inesigibili
Con l’ufficializzazione del rendiconto 2011, approvato appena in tempo per l’assestamento del bilancio 2012 da approvare entro il 30 novembre, il Comune è tecnicamente nelle condizioni economico strutturali che prevedono l’apertura obbligatoria della procedura di dissesto e quindi dell’ormai famoso fondo di rotazione. Sperando che, come detto, le richieste di modifiche al decreto, avanzate dal Comune, saranno accolte.
Perché tuttavia solo adesso Palazzo San Giacomo certifica il debito? La questione è politica: si vuole mostrare all’esecutivo nazionale la reale condizione dei conti del Comune e che la stessa è certificata dalla lunga istruttoria degli ispettori del governo che hanno verificato i i conti dal 2007 al 2011. Cosi da stabilire con facilità a chi appartengono le responsabilità
Se da un lato i Comuni possono dirsi almeno considerati dal governo centrale, di tutto altro avviso sono le Regioni. Il governatore della Campania Stefano Caldoro non ci sta e alza la voce: “Il governo ha dato una risposta straordinaria e assolutamente efficace alle richieste dei Comuni, a partire da quelli grandi e con forte indebitamento, come Napoli. – ha affermato Caldoro alla stamapa – “Monti ha utilizzato due meccanismi. Ha allentato il patto di stabilità per circa 500 milioni e ha previsto un fondo di rotazione per gli enti locali, uno strumento che costruimmo anche con il mio contributo quando era ministro Tremonti.
“Il Comune di Napoli – ha osservato ancora Caldoro – ha un deficit dichiarato reale di circa 250 milioni, mentre il debito è di un miliardo e 800 milioni. Se arrivano 200 milioni, il 90 per cento dei problemi è risolto. La Regione Campania invece ha deficit di 600 milioni e un debito di ben 16 miliardi. Anche le Regioni, da almeno due anni, chiedono di agganciarsi al fondo di rotazione: non si capisce perché lo possono fare solo i Comuni e perfino le Province, che peraltro saranno in parte sciolte, e invece le Regioni non hanno accesso. È assurdo. Se la Regione accedesse alle stesse regole del Comune, avremmo una liquidità immediata di un miliardo e duecento milioni, perché la Campania ha sei milioni di abitanti. Sarebbe ossigeno straordinario per pagare il nostro debito, i fornitori, le aziende, i trasporti”.
Mario De Angelis