Pompei: diritti dei disabili negati nella città vecchia e nuova, l’interrogazione di Paglia (FLI)

La situazione disastrosa in cui versa la città di Pompei in tema di garanzia dei diritti dei disabili ha assunto un profilo nazionale. La questione, infatti, è stata al centro dell’interrogazione parlamentare dell’onorevole Gianfranco Paglia (FLI) che si è rivolto direttamente al ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi. Sotto accusa è, innanzitutto, la città antica. “Nonostante gli scavi archeologici di Pompei rappresentino il secondo sito italiano più visitato” sostiene Paglia “non appare adeguatamente valorizzato se si considera l’intollerabile insufficienza di strutture volte ad assicurare alle persone con disabilità motorie efficienti condizioni di accesso e di fruizione dei principali luoghi di interesse culturale. Una carenza presente sia all’interno degli scavi, in cui il percorso per i diversamente abili copre meno del 10 per cento dell’intera area, sia nell’intero tessuto urbano della città”. Anche nella nuova Pompei, quindi, il diritto alla mobilità è spesso negato, come nel caso più volte denunciato di Piazza Schettini. L’iniziativa dell’onorevole del FLI, infatti, è a sostegno delle istanze di un gruppo di cittadini di Pompei il che conferma, sottolinea Paola Marzullo, presidente del gruppo Socialismo e Libertà, “la disponibilità del FLI di Pompei  con chi svolge quotidiane battaglie per la dignità della vita e della persona nel proprio territorio”. La carenza di tutela  dei diversamente abili è tanto più grave, sostiene Paglia “in una città turistica come Pompei che dovrebbe garantire la partecipazione e la centralità del visitatore con condizioni di accessibilità e di fruibilità dei luoghi di interesse culturale alle persone con esigenze fisiche specifiche”. “Il Governo” conclude Paglia “dovrebbe prendere iniziative volte a sopperire le mancanze presenti in quanto il grado di civiltà e di sviluppo di un Paese si misura anche dalla capacità di integrazione e di inclusione sociale e dalle iniziative finalizzate ad assicurare la parità delle opportunità”.

                                                                                                                   Claudia Malafronte

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