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Volla: Riccio lascia Sel, ma resta in maggioranza

Una campagna elettorale fatta con appena otto euro e con una cinquantina di manifesti offerti da un ex datore di lavoro per un successo inatteso dalla lista in cui era stato inserito ed in primis dallo stesso candidato.
Stiamo parlando di Giovanni Riccio, conosciuto in paese come Giovannone, eletto sotto le insegne del governatore Vendola. E così Sel, all’indomani della tornata amministrativa della scorsa primavera, entrava nel consesso civico vollese e si aggiudicava la presenza nelle commissioni consiliari e in giunta con l’Arch. Riccardo Festa.
Ma presto qualcosa si è rotto e in pochi mesi si è consumata la frattura tra il partito ed il consigliere che nelle scorse settimane non ha esitato a lasciare il partito.
«La mia è stata una scelta sofferta, ma una scelta che andava fatta. Tengo a precisare però che la mia scelta mi ha portato sì lontano da quanti rappresentano in città Sinistra e Libertà, ma non lontano dall’amministrazione Guadagno che continuo ad appoggiare come ho subito comunicato al primo cittadino».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, una goccia a quanto pare studiata a tavolino dal direttivo vollese di Sel, il mancato inserimento del consigliere Riccio tra i nomi in manifesto, e quindi tra gli invitati ad un convegno organizzato dal partito sulle tematiche relative al Puc. Una mossa facilmente individuabile dato che l’unico consigliere comunale veniva palesemente e, a questo punto, pretestuosamente escluso dal dibattito.
«Quando dalle ultime sezioni scrutinate giunse la notizia che Sel aveva guadagnato un seggio in consiglio e che ad essere eletto ero stato io – ha dichiarati Riccio – ho subito avvertito una sorta di imbarazzo tra i vertici della mia parte politica. Sarei dovuto essere un riempitivo, magari un discreto serbatoio di voti, ma risultare il più votato fu davvero una sorpresa. Già in quella sede ebbi l’impressione che la mia affermazione, ottenuta con il massimo impegno e dedizione, facendo campagna elettorale casa per casa, non fosse stata ben accetta da quanti avevano sperato in una rinnovata affermazione personale, magari dopo anni di purgatorio».
Nei mesi successivi i contrasti tra il consigliere Riccio e la segreteria vollese del partito si sono acuiti sino al divorzio per nulla consensuale.
«La mia – ha sottolineato Riccio – è stata una scelta politica dettata dalla delusione ricevuta non dal simbolo, al quale sarò sempre legato, ma dagli uomini. Penso di non dover dire grazie a nessuno per il mio risultato elettorale, mentre la segreteria cittadina sin dal primo momento ha creato contrasti.
L’attrito con il capolista Giovanni Leone ed il coordinatore Andrea Vitagliano che non condividevano alcune mie scelte è divenuto insostenibile. Prima di prendere la mia decisione ho coinvolto anche la Federazione Napoletana, ho parlato anche con Arturo Scotto e Lello De Cristofaro, ma anche in questo caso sono rimasto deluso. Purtroppo devo prendere atto del fatto che sono rimasti tutti alla prima repubblica con una mentalità chiusa che stenta ad uscire dalle quattro mura della sezione, mentre io sono per la politica portata in strada verso la gente. Quella gente che mi ha votato e della quale mi sento parte. Il mio modo di intendere la politica è e sarà sempre quello di essere dalla parte degli ultimi per provare a dar loro una mano soprattutto nelle piccole cose e mai dalla parte della politica come professione, come gioco d’elite, come arte del tanto fumo e niente arrosto».
Al momento il Consigliere Giovanni Riccio, dunque, è andato a comporre il gruppo misto nel consesso vollese e come primo atto, come ci ha dichiarato, ha chiesto di mettere all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale la revoca dell’incarico in commissione consiliare di Giovanni Leone, espressione di un partito non più presente nel parlamentino locale.
Sull’assessore Festa invece Riccio si dice sicuramente favorevole e conclude «Volevano un assessore politico ed invece si è scelto un tecnico, sicuramente più competente di qualsiasi politico, magari deluso dal risultato elettorale, da riciclare in giunta».
La guerra continua, anche se c’è qualcuno che tende a sminuire la levatura del contendente, dimenticando però che quest’ultimo, in ogni caso, è espressione della volontà popolare e della legge elettorale.
Per quel che riguarda Sel resta il un dubbio: senza rappresentanza in consiglio chi porterà le istanze del partito all’ordine del giorno? Staremo a vedere.

Pasquale Cirillo

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