Pompei: festa della Fondazione Bartolo Longo Terzo Millennio

È giunta al suo primo compleanno la Fondazione Bartolo Longo Terzo Millennio. La festa, presso il teatro di Costanzo Mattiello di Pompei, ha visto la partecipazione di numerosi luminari della scienza medica. Lungo l’elenco di professori di calibro internazionale: da Antonio Giordano (Sbarro Institute di Filadelfia), Pietro Caldarella (IEO di Milano), Martino Triumfo (responsabile senologia dell’ospedale Caldarelli), Mario Fusco (direttore registro tumori Campania presso l’ASL NA3), fino ai componenti del comitato scientifico FBL  Antonio Acquaviva, Augusto Iazzetta, Carmine Alfano e Nunzio Tufano. A moderare la serata il redattore del “Denaro” Enzo Agliardi, mentre per la commissione sanità della Regione Campania è intervenuto l’on. Carmine Sommese. Importanti anche le testimonianze delle popolazioni che vivono in prossimità della cava Sari, grazie a Anna Sorrentino,  delle “Fenici Vulcaniche”, e Marina Casciello per le “Mamme Vulcanciche”. A introdurre l’evento, il presidente della fondazione, dott. Sergio Amitrano. Il progetto nasce dal “sogno” di un paziente, Ernesto, cui è stato diagnosticato un tumore. Questi si rende conto della mancanza di strutture di assistenza del malato nel corso del calvario, anche psicologico, di lunga durata. Da qui l’idea della Fondazione Bartolo Longo che è giunta al primo anno di attività ampliando le proprie collaborazioni scientifiche e umane. In cantiere il progetto di un hospice per accompagnare il percorso di fine vita dei malati terminali. Perché a Pompei, è presto detto. A parere del presidente, infatti, quello che accade in questa città ha una risonanza mondiale, e questo consente di dare voce e attenzione ai malati da loro assistiti. Senza dimenticare la lezione umanitaria e caritativa del fondatore di Pompei, Bartolo Longo. Questa stessa città, tuttavia, si trova in una regione, la Campania, che ha un triste primato. Come spiega il dott. Amitrano, infatti, “Qui la probabilità di contrarre un cancro è maggiore del 47% circa rispetto al resto d’Italia”.  La ricetta  elaborata dal vertice della Fondazione per contrastare questo trend allarmante si articola in tre punti essenziali. La priorità è, secondo il presidente, “realizzare un piano di interventi per la bonifica dei territori inquinati dai rifiuti tossici sversati dagli anni ‘80 in poi dalla camorra”. In secondo luogo, è necessario “evidenziare i numeri che sono nelle carte degli unici attuali 2 registri tumori in Campania (ex Asl Napoli 4, l’attuale Asl Napoli 3 Sud, e della Provincia di Salerno) che attualmente coprono appena il 30% della popolazione regionale (pari a 5,8 milioni di persone)”. E infine “attuare  il Registro dei Tumori ,istituito dalla Regione col decreto n. 104/12, fortemente voluto dal presidente Stefano Caldoro, organizzato su base provinciale (Caserta, Benevento, Avellino, Salerno) e sub-provinciale (Napoli 1 centro, Napoli 2 nord e Napoli 3 sud). Tale piano prevede anche un unico Registro Tumori infantili per la registrazione dei casi di cancro nella fascia di età 0-19 anni”. Queste dunque le tappe fondamentali che la nostra regione dovrebbe seguire per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini e mettere fine agli odiosi viaggi della speranza che rendono la malattia ulteriormente  gravosa. Anche per questo il lavoro della fondazione e l’abnegazione dei suoi medici sono ancora più preziosi e l’attenzione su queste tematiche tuttora, purtroppo, necessaria.

                                                                                   Claudia Malafronte

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