Dalle note dell’autore si legge:
«Cosa accadrebbe se fossimo protagonisti di un avvenimento unico, straordinario? Saremmo pronti a gestirne la portata prima di interrogarci sull’autenticità dell’avvenimento stesso? Se è vero che i testimoni non hanno mai una vita facile, cosa sarà di noi così comuni, per niente eroi? Quanto comici saremo nel mercatino della cronaca, presto rintracciati, intercettati e svenduti? In un mondo globalizzato anche negli incubi, dove le allucinazioni, le nevrosi, le suggestioni di pochi fanno agevolmente con internet il giro del pianeta anche i fantasmi che altrimenti non sarebbero nostri, della nostra cultura, trovano terreno fertile nell’angosciate ricerca di ragioni nuove che giustificano i nostri errori o le jatture più comuni. Quanto è grottesco perdersi in un mondo tanto piccolo e la diversità, il limite fisico, diventano quasi necessità, orgoglio, per garantirsi una identità anche a costo di autentiche metamorfosi. Può accadere ovunque, può accadere a Napoli, in questa terra sempre in ritardo, sempre inadeguata ma per questo sempre imprevedibile, una madre indigente ma compassionevole, un grembo sempre disponibile a dispetto delle impossibilità. Il protagonista di Metamorpho, Raffaele Palumbo rappresenta appunto il crocevia di nuove , inesplorate traiettorie che solo a Napoli possono incontrarsi perché , comunque, solo a Napoli anche un alieno potrebbe sentirsi, nonostante tutto, a casa.
Napoli frontiera, porto, Napoli terra di Forum e incontri o solo sublimazione di mali cronici? Su questa linea di confine la certezza è che non smetteremo mai di chiedercelo.
Quattro pareti buie, quasi un bunker, in cui nascondersi per garantirsi l’invisibilità, unica garanzia per proteggersi dagli assalti di un mondo invasivo e ostile. Questa è la premessa da cui Raffaele e Teresa Palumbo , fratello e sorella napoletani, non possono prescindere per la malattia dell’uno che li intrappola in una convivenza al limite e in cui lo scambio si è trasformato in complicata osmosi.
Dietro la malattia di Raffaele si nasconderebbe un inquietante segreto che se svelato li trascinerebbe in un vortice di cronaca e in un delirio collettivo che l’uomo non intende affrontare. Ma l’occhio del vicino è sempre lungo e l’assalto degli sciacalli e dei morbosi sempre alla ricerca di nuovi reality li costringerà a difese estreme, paradossali rese dei conti che trasformeranno come da tradizione ogni buona tragedia in una esilarante farsa».
Il cast è composto, oltre che da Michele Danubio e dal regista Agostino Chiummariello, anche dalla sempre intensa Antonella Morea, Laura Borrelli, Sergio Fenizia e Vittorio Passaro. Le musiche sono firmate da Adriano Aponte, le scene da Luigi Ferrigno, il disegno luci è di Maurizio Di Maio.