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“Metamorpho” di Michele Danubio in scena al Teatro Centro Ester

Dopo aver debuttato in prima assoluta nel primo week-end di Novembre al “Piccolo Bellini” – sala dello storico Teatro Bellini di Napoli – lo spettacolo “Metamorpho” approda nella periferia orientale di Napoli. Lo spettacolo, infatti, sarà messo in scena sabato 24 (ore 21) e domenica 25 novembre (ore 19:30) presso il Teatro dell’Associazione Centro Ester, sito in Via G.Vela 91, nell’ambito della rassegna 2012/2013. Dopo aver attraversato una “Nuttata ‘e sentimento” con il poliedrico artista Massimo Masiello nell’ultimo week-end di ottobre e apprezzato l’esilarante commedia di Paolo Caiazzo “Non mi dire te l’ho detto” – rappresentata il 10 e l’11 novembre dal “Gruppo del Pierrot” – la platea del Teatro Centro Ester potrà, questa volta, incunearsi nell’intricato mondo di “Metamorpho”, lavoro di Michele Danubio che è frutto di una riflessione sull’epoca che attraversiamo ed è un richiamo alla tradizione drammaturgica nostrana.

Dalle note dell’autore si legge:

«Cosa accadrebbe se fossimo protagonisti di un avvenimento unico, straordinario? Saremmo pronti a gestirne la portata prima di interrogarci sull’autenticità dell’avvenimento stesso? Se è vero che i testimoni  non hanno mai una vita facile, cosa sarà di noi così comuni, per niente eroi? Quanto comici saremo nel mercatino della cronaca, presto rintracciati, intercettati e svenduti? In un mondo globalizzato anche negli incubi, dove le allucinazioni, le nevrosi, le suggestioni di pochi fanno agevolmente con internet il giro del pianeta anche i fantasmi che altrimenti non sarebbero nostri, della nostra cultura, trovano terreno fertile nell’angosciate ricerca di ragioni nuove che giustificano i nostri errori o le jatture più comuni. Quanto è grottesco perdersi in un mondo tanto piccolo e la diversità, il limite fisico, diventano quasi necessità, orgoglio, per garantirsi una identità anche a costo di autentiche metamorfosi. Può accadere ovunque, può accadere a Napoli, in questa terra sempre in ritardo, sempre inadeguata ma per questo sempre imprevedibile, una madre indigente ma compassionevole, un grembo sempre disponibile a dispetto delle impossibilità. Il protagonista di Metamorpho, Raffaele Palumbo rappresenta appunto il crocevia di nuove , inesplorate traiettorie che solo a Napoli possono incontrarsi perché , comunque, solo a Napoli anche un alieno potrebbe sentirsi, nonostante tutto, a casa.

Napoli frontiera, porto, Napoli terra di Forum e incontri o solo sublimazione di mali cronici? Su questa linea di confine la certezza è che non smetteremo mai di chiedercelo.

Quattro pareti buie, quasi un bunker, in cui nascondersi per garantirsi l’invisibilità, unica garanzia per proteggersi dagli assalti di un mondo invasivo e ostile. Questa è la premessa da cui Raffaele e Teresa Palumbo , fratello e sorella napoletani, non possono prescindere per la malattia dell’uno che li intrappola in una convivenza al limite e in cui lo scambio si è trasformato in complicata osmosi.

Dietro la malattia di Raffaele si nasconderebbe un inquietante segreto che se svelato li trascinerebbe in un vortice di cronaca e in un delirio collettivo che l’uomo non intende affrontare. Ma l’occhio del vicino è sempre lungo e l’assalto degli sciacalli e dei morbosi sempre alla ricerca di nuovi reality li costringerà a difese estreme, paradossali rese dei conti che trasformeranno come da tradizione ogni  buona tragedia in una esilarante farsa».

Il cast è composto, oltre che da Michele Danubio e dal regista Agostino Chiummariello, anche dalla sempre intensa Antonella Morea, Laura Borrelli, Sergio Fenizia e Vittorio Passaro. Le musiche sono firmate da Adriano Aponte, le scene da Luigi Ferrigno, il disegno luci è di Maurizio Di Maio.

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