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Napoli, situazione rifiuti: evitata una nuova emergenza?

La situazione rifiuti a Napoli torna a farsi preoccupante, sebbene il sindaco di Napoli Luigi de Magistris abbia affermato che sia tutto sotto controllo. In effetti la situazione, parecchio preoccupante nelle settimane scorse, pare stia andando verso una soluzione, anche se ovviamente provvisoria.
 
In primis l’allarme era già stato dato del presidente di Asìa Napoli (l’azienda di igiene pubblica urbana): l’Isspra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) aveva fatto sapere che i rifiuti che da Napoli vanno nelle discariche e inceneritori pugliesi non sono solidi urbani, bensì speciali e quindi occorre un accordo specifico con la Puglia.
Il 13 dicembre il consiglio di stato si pronuncerà  sulla questione: è probabile che blocchino i viaggi, visto che bisognerà che i governatori di Campania e Puglia si accordino. Situazione difficile perché tra i due non corre buon sangue, viste anche le polemiche reciproche in merito all’utilizzo dei fondi europei.
 Il Comune di Napoli ha emesso intanto una ordinanza contro la società provinciale Sapna (che si occupa dellla gestione del ciclo integrato dei rifiuti) che aveva prima affermato e poi smentito di ricorrere al Tar, visto che l’ordinanza in questione era ineseguibile. Nell’ordinanza modificata il Comune fa affidamento sulla Sapna “affinchè rimuova almeno in parte” la montagna di rifiuti che ingolfa il sito di stoccaggio temporaneo di Napoli Est. Se ciò non dovesse accadere, l’Asìa non saprebbe più dove portare i carichi di rifiuti che raccoglie. 
Dopo l’incontro tra il vice sindaco Sodano e l’amminstratore delegato di Sapna Enrico Angelone, le settemila tonnellate di rifiuti stoccati a Napoli Est saranno smaltiti (salvo altri imprevisti) nello Stir (impianto che “imballa” i rifiuti) di Pianodardine in Iripinia. 
 
Tuttavia si naviga a vista. Per le festività natalizie si dovrebbe scongiurare lo scenario dei cumuli di sacchetti in strada, anche in virtù dell’accordo con la Liguria per lo smaltimento di almeno 3.500 tonnellate di rifiuti napoletani, destinati alla discarica di Scarpino. Questo è solo la prima parte di un carico complessivo di cinquemila tonnellate che il Comune ha accettato di accogliere a seguito di un accordo tra le Regioni Campania e Liguria. Un patto firmato un mese e mezzo fa all’interno del tavolo delle Regioni e mai attuato.  L’operazione nasce nello spirito della solidarietà tra le Regioni ma ha anche un valore economico, nelle casse di Amiu (la società genovese) entreranno 115 euro a tonnellata, cioè in tutto oltre 400mila euro e alla Regione Liguria 14 euro di ecotassa per ogni tonnellata.
Anche l’assessore all’Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano, ha provato a rassicurare, affermando che lo svuotamento delle aree interessate è’ già in corso per quaranta tonnellate al giorno. “Il sito di trasferenza di Ponticelli, sulle due piazzole, ha circa 7.000 tonnellate di spazzatura, l’equivalente di poco meno di una settimana di produzione della città di Napoli. – ha affermato –  Tanta spazzatura si è accumulata perche’ negli Stir di Tufino e Caivano, entrambi in provincia di Napoli, gli autocompattatori hanno potuto scaricare di meno, con lunghe attese notturne. La ragione? Le strutture sono risultate ingolfate di ”frazione organica” da mandare fuori mentre quella secca è finita al termovalorizzatore di Acerra che attualmente funziona a rilento.
 
Infatti questa soluzione attuate in tempi brevissime, sono solo dei rattoppi a un ciclo di smaltimento di rifiuti che in Campania fa acqua da tutte le parti: nello Stir di Tufino è guasta una linea di smalimento, e una pressa nello Stir di Caivano deve essere sostituita e l’inceneritore di Acerra va a rilento. Situazione che preoccupa non solo Napoli, ma anche altri comuni come Qualiano che vede tornare cumuli di rifiuti nelle strade. Nel quadro generale la situazione è aggravata dalle posizioni contrastanti di Regione e Comune di Napoli per quanto riguarda l’avvio alla costruzione di impianti di compostaggio, discariche e inceneritori. In mezzo c’è la Provincia, che con il suo immobilismo non aiuta di certo a sbloccare la situazione. La situazione sarà particolamete interessante nel momento in cui si avrà il passaggio di consegne dalla Provincia alla futura “Città Metropolitana”, che ingloberà Napoli e le aree della sua provincia. 
 
Oltre queste soluzioni tampone, anche il governo nazionale, pressato da Regione e Comuni, cerca di smuovere questa drammatica situazione. Si sono incontrati  ad Arezzo il ministro dell’ambiente Corrado Clini e gli assessori regionali: l’incontro è stato finalizzato a capire se sarà possibile, dal prossimo anno, trasferire rifiuti da una regione all’altra, data la ferma opposizione degli amministratori del Nord. Secondo quanto trapelato, al ministero dell’Ambiente si sta lavorando a un decreto di urgenza che potrebbe consentire di portare i rifiuti solidi urbani oltre i confini della Campania anche in assenza di un accordo tra Regioni. «All’inizio di gennaio — ha confermato l’assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano — il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi in via definitiva sul trasferimento dei rifiuti campani; sebbene ora sia il Lazio a patire di più l’incerta classificazione del rifiuto.”
 
Mario De Angelis
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