Pompei: intervista a Salvatore Amitrano, stella del canottaggio italiano

 

 

 

 

 

 

 

In una calda mattinata autunnale, incontro presso il centro commerciale “La Cartiera”, uno degli atleti simbolo del canottaggio italiano, Salvatore Amitrano. A pochi giorni dalla notizia della nomina di Giuseppe Abbagnale come presidente della Federazione Italiana Canottaggio per il quadriennio 2013-2016, vogliamo approfondire la conoscenza di uno degli sport che tanti successi ha regalato al medagliere italiano. Per farlo, decido di incontrare proprio Amitrano, ex membro del Gruppo Sportivo Fiamme Oro Polizia di Stato, la cui storia agonistica parte proprio dal profondo legame di amicizia  che lo stesso ha con il neo presidente.  Tutti ricordiamo gli innumerevoli successi portati a casa dagli Abbagnale. Quanti di noi, assistevano trepidanti davanti alla tv, alle performance dei mitici fratelli che, più volte, sbaragliavano la concorrenza, conquistando la vittoria. Proprio la figura di Giuseppe Abbagnale, ha rappresentato un modello di riferimento fondamentale per l’evoluzione sportiva di Salvatore Amitrano. La passione in comune per la stessa disciplina sportiva, le giornate trascorse ad allenarsi insieme, fecero maturare sempre più in Amitrano la convinzione che quella del canottaggio sarebbe stata la sua strada. Dal 1993 al 2008 l’assistente della Polizia di Stato entra nel Gruppo Sportivo Fiamme Oro di Sabaudia, cominciando a gareggiare in un numero considerevole di competizioni. Mondiali, Coppe del Mondo, Campionati Europei, Giochi del Mediterraneo, Campionati Italiani, Campionati Italiani Assoluti, Olimpiadi. Tutti appuntamenti di competizione agonistica importanti, all’interno dei quali Amitrano conquista ori, argenti, bronzi, collezionando un successo dietro l’altro in gare individuali o a squadra. Dopo aver parlato per un po’ con Salvatore Amitrano, supero l’imbarazzo iniziale per essermi trovata alla presenza di un atleta dall’indubbia importanza. Decidiamo di darci del tu. La sensazione è quella di interloquire con una persona che tanto ha da raccontare in virtù di un’esperienza di vita intensa. Per questo motivo decido di porre all’ex atleta alcune domande, per entrare nel vivo del suo trascorso agonistico e comprenderne meglio alcuni passaggi salienti.

Salvatore, comincio col chiederti questo: come mai, fra tante discipline sportive, hai scelto proprio il canottaggio?

La scelta del canottaggio è maturata lentamente ed è stata del tutto casuale. Fin da bambino ho sempre praticato diversi sport, in particolare il calcio. L’incontro con il canottaggio arriva all’età di 15 anni, in maniera del tutto inaspettata. Fondamentale per me fu l’incontro con Antonio La Padula, il mio insegnante di educazione fisica. Fu proprio lui ad iniziarmi al mondo remiero in occasione dei giochi studenteschi. Da quella prima esperienza, mi appassionai tanto al canottaggio e capii che quella sarebbe stata la mia strada.

Essendo tu nativo di Castellammare di Stabia, quanto ha inciso sulla tua carriera agonistica l’esempio dei fratelli Abbagnale?

Il fatto di aver avuto, per diverso tempo, la possibilità di allenarmi con i fratelli Abbagnale, ha rappresentato per me un importantissimo stimolo a fare sempre meglio. Stiamo parlando di due fratelli che hanno scritto la storia del canottaggio italiano. Per me ogni incontro con loro era l’occasione giusta per apprendere da due esempi di autentica dedizione allo sport, nell’accezione più nobile del termine. In particolare di Giuseppe, caro amico di oggi e di ieri, ho sempre ammirato la caparbietà  di voler raggiungere certi obiettivi nonché lo spirito di sacrificio. Duri allenamenti, costanti e metodici: è stato questo il segreto del successo degli Abbagnale. Io ho sempre guardato a loro come un modello positivo da imitare, per quanto possibile.

Salvatore, presumo allora che hai accolto con gioia la notizia della nomina di Giuseppe Abbagnale come presidente della Federazione Italiana Canottaggio per il quadriennio 2013-2016.

Assolutamente sì. Credo sinceramente che Giuseppe abbia meritato questa nomina e mi sembra anche il giusto riconoscimento per i tanti anni dedicati alla pratica di questo sport, conquistando significative vittorie, peraltro. Io sono stato membro nella precedente gestione del Consiglio Federale nel corso della quale, il canottaggio era entrato un po’ in crisi come disciplina sportiva. Sono convinto che con la presidenza Abbagnale verranno recuperati i principi tecnici di allenamento che sono alla base dell’attività remiera. Un bravo atleta si costruisce giorno dopo giorno, con l’allenamento costante. Voglio segnalare una cosa inoltre. In occasione della nomina di Giuseppe Abbagnale, il 18 novembre scorso, a Pisa era presente, per la prima volta in assoluto, il presidente della FISA, organo supremo del canottaggio internazionale.

Nella tua carriera agonistica, hai conseguito risultati importanti. Qual è il segreto per raggiungere certi traguardi?

Passione, impegno e dedizione. Sono queste le tre parole chiave per raggiungere certi livelli. Senza passione ed un impegno costante non si arriva da nessuna parte.

Salvatore, dal 1993 al 2008 sei stato membro del Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato. Come riuscivi a conciliare gli impegni lavorativi con quelli sportivi?

Far quadrare i diversi impegni non è stato mai un problema e ti spiego il perché. Tutti gli atleti che fanno parte dei gruppi sportivi sono esonerati dal servizio ordinario. Ciò consente loro di potersi dedicare appieno all’attività sportiva. A fine carriera agonistica poi, così come è stato anche per me, si ritorna ad indossare la divisa del corpo di appartenenza per il servizio ordinario. Attualmente io svolgo il mio servizio di agente di polizia presso il commissariato di Torre Annunziata.

Se tu dovessi dare un solo buon motivo ai giovani affinché scelgano di praticare uno sport, quale daresti?

Ritengo che per tutti i giovani sia importantissimo praticare uno sport, che sia il canottaggio o un altro. Dalla pratica sportiva si apprendono valori importanti: disciplina, rispetto per le regole, spirito di collaborazione. Tutte regole fondamentali che sono poi alla base del vivere comune.

A fine intervista, ringrazio Salvatore Amitrano per la sua disponibilità e cortesia e per aver ripercorso con me, le tappe salienti della sua brillante carriera agonistica.

Marianna Di Paolo

 

 

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